Edilizia: in Sicilia la crisi continua a peggiorare – I DATI

Edilizia: in Sicilia la crisi continua a peggiorare – I DATI

PALERMO – Negli ultimi dieci anni, il settore delle costruzioni ha vissuto una crisi inarrestabile. Secondo un rapporto pubblicato dall’osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, dal 2008 sono scomparsi 539mila posti di lavoro nel campo delle costruzioni.

La Sicilia è la regione con il bilancio più impietoso. Quasi metà dei posti di lavoro isolani sono andati in fumo e, se il Nord ha perso il 40% degli occupati, la nostra isola ne ha persi circa il 50%. Secondo i dati diffusi dalla Fillea, nella regione sicula si è passati da 150.683 occupati del 2008 ai 77. 467 del 2017, e nel 2018 il settore edile ha registrato un ulteriore calo tra l’8 e il 9% delle ore lavorative, della massa salari, dei lavoratori occupati.

Il forte calo è dovuto alla crisi, ma anche al crollo degli investimenti di settore e alla contrazione della domanda di costruzioni residenziali e non. I più colpiti sono sopratutto i lavoratori dipendenti, mentre chi lavora in proprio ha “resistito” meglio ai colpi della crisi. Quello delle costruzioni è il settore economico col più alto tasso di irregolarità dopo l’agricoltura. È nel Mezzogiorno che si registra la quota maggiore di difformità, infatti, la Sicilia occupa il quinto posto per lavoro nero nel settore delle fabbricazioni.

Come se non bastasse, si aggiunge la crisi del cemento, con la produzione ridotta a un terzo in dieci anni (da 3,2 milioni di tonnellate a 1,1 milioni di tonnellate), quella del settore marmo, nonostante le produzioni di qualità a partire dal materiale estratto nel distretto di Custonaci, che occupa tutt’oggi 2000 operai. Tracollo anche per il legno con le imprese del settore in netta diminuzione: un -32% dal 2009/2017 del 32%.

Di fronte a questa situazione, la Fillea Sicilia chiede al governo regionale di mettere in atto tutte le iniziative per sbloccare i fondi per il completamento delle opere e l’avvio dei nuovi cantieri, cercando le responsabilità dei blocchi e risolvendo l’annoso problema della mancanza in tanti casi dei progetti esecutivi.