“Pupi di pezza” a Catania, scoperto collaudato sistema fraudolento: in manette anche il padre del sindaco Pogliese

“Pupi di pezza” a Catania, scoperto collaudato sistema fraudolento: in manette anche il padre del sindaco Pogliese

CATANIA – Su delega di questa Procura della Repubblica, i finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal g.i.p. del Tribunale etneo nei confronti di 11 persone (delle quali 9 agli arresti domiciliati e 2 destinatarie di interdittive dell’esercizio di imprese) per la perpetrazione sistematica di bancarotte fraudolente (patrimoniali e documentali) e reati tributari (sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte) anche in forma associata nonché delitti di favoreggiamento personale e reale.

Con il medesimo provvedimento è stato disposto anche il sequestro preventivo diretto di 4 marchi registrati e 4 complessi aziendali per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro, tutti oggetto di condotte distrattive.

L’investigazione, condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania (gruppo Tutela Economia) sotto le direttive della procura distrettuale, convenzionalmente nota come “Pupi di pezza”, ha svelato l’esistenza di un collaudato sistema fraudolento in grado di garantire a diversi gruppi familiari imprenditoriali la sottrazione al pagamento di un complessivo volume di imposte di oltre 220 milioni di euro e la contestuale elusione di procedure esecutive e concorsuali.

L’indagine delle Fiamme Gialle etnee nasce dal costante monitoraggio delle posizioni di contribuenti destinatari di ingenti cartelle esattoriali che avviano la procedura di liquidazione affidando la stessa a “prestanome” così da escludere gli effettivi amministratori da ogni responsabilità penale e civile con l’unica finalità di continuare l’attività d’impresa attraverso una differente, solo in apparenza, società commerciale.

A orchestrare e scandire le fasi del circuito criminale sarebbe stato lo studio associato Pogliese, che assumeva il ruolo di “regista” del sistema illecito attraverso l’opera diretta del commercialista Antonio Pogliese, 75 anni (padre dell’attuale sindaco di Catania, Salvo Pogliese), e di alcuni suoi associati, Michele Catania, 53 anni, e Salvatore Pennisi, 46 anni. i quali, avvalendosi di Salvatore Virgillito, 66 anni, anch’egli agli arresti domiciliari, costituivano un‘associazione a delinquere (almeno dal 2013) dedita a una serie indeterminata di condotte delittuose in materia societaria, fallimentare e fiscale.