Gestione illegale e abbandono di rifiuti, scattano sequestri e denunce in provincia di Trapani

Gestione illegale e abbandono di rifiuti, scattano sequestri e denunce in provincia di Trapani

CAMPOBELLO DI MAZARA – Nei giorni scorsi il gruppo interforce composto da personale dell’arma dei carabinieri, anche con le specialità del nucleo operativo ecologico di Palermo e del nucleo ispettorato del lavoro di trapani, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, nonché della direzione investigativa antimafia, ha effettuato un’ispezione nel cantiere dell’impresa affidataria dei lavori di demolizione di 85 immobili abusivi siti in contrada Triscina del Comune di Castelvetrano.

L’ispezione è proseguita anche nel sito di recupero di rifiuti gestito dall’impresa Ecoinerti S.r.l.s. con sede a Campobello di Mazara, utilizzata per il conferimento per le attività di recupero/smaltimento dei rifiuti derivanti dalla predetta attività di demolizione.

L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività ispettive disposte in sede di riunione tecnica di coordinamento. A conclusione degli accertamenti sono stati deferiti in stato di libertà in ordine ai reati di gestione illecita di rifiuti, abbandono e violazione delle prescrizioni delle autorizzazioni/iscrizioni all’albo dei gestori ambientali rilasciato dal libero consorzio comunale di Trapani l’amministratore della Ecoinerti, il titolare e un operaio di una ditta di trasporti, nonché un imprenditore di Campobello.

I Carabinieri del NOE, infatti, entrando nell’azienda di recupero rifiuti, hanno sorpreso un camion che stava per uscire dall’azienda con un ingente carico di rifiuti che sono risultati essere inerti che, seppur non pericolosi, non erano stati sottoposti al ciclo di separazione e recupero. Le immediate attività investigative permettevano di appurare che quel carico di inerti era destinato per la realizzazione di un capannone per attività artigianale nell’agro del comune di Campobello di Mazara.

I militari dell’arma dei carabinieri hanno accertato che nel cantiere in questione era in corso la realizzazione di un terrapieno con inerti del tutto simili a quelli trasportati dal camion controllato all’interno del sito di recupero e verificavano che effettivamente l’imprenditore campobellese aveva acquistato diverse altre quantità di quel materiale, risultato non recuperato.

I carabinieri, quindi, denunciavano alla procura della Repubblica di Marsala i responsabili sia della Ecoinerti, sia della ditta di trasporto che l’imprenditore che stava costruendo il capannone e aveva realizzato il terrapieno, per il reato di gestione illecita di rifiuti.

L’area di cantiere, dove erano destinati gli inerti, è stata sequestrata insieme anche a una vasta area dell’azienda Ecoinerti dove venivano accumulati gli inerti, non differenziati, e il macchinario di frantumazione degli stessi. Ieri il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Marsala ha convalidato il sequestro, su richiesta della locale procura della Repubblica.