Perché il Palermo non vince più? Perso il primato dopo il pareggio con il Foggia

Perché il Palermo non vince più? Perso il primato dopo il pareggio con il Foggia

PALERMO – La riscossa non c’è stata! Contro il Foggia è arrivato solo un punticino e, oltre ad aver perso il primato a favore del Brescia di Corini, ora il Palermo vede avvicinarsi pericolosamente il Lecce, rimasto terzo con 4 punti di distacco, ma con la partita contro l’Ascoli in casa da recuperare.

Un punto nelle ultime tre partite non è certo bottino da cammino promozione.

Fermo restando che i rosa ieri sera hanno dato il massimo e che i fischi venuti dalla tribuna alla fine della partita sono stati ingenerosi e ingiustificati, andare alla ricerca dei motivi per i quali il Palermo non vince più è molto difficile.

La reazione sul campo di Bellusci ai fischi e le parole a caldo dello stesso numero 2 rosanero sono significative dello stato d’animo degli uomini di Stellone: ”Se veniamo fischiati adesso, in un momento in cui non sappiamo in quali mani siamo, allora non abbiamo garanzie di nessun tipo. Siamo fragili per la questione societaria. Siamo da soli. Foschi e Stellone ci stanno proteggendo da tutti. Tolti i dieci minuti finali, ci vanno fatti i complimenti. Non è giusto fischiarci con quattro giocatori con i crampi. A me non interessa lo stipendio, mi interessa sapere di chi siamo e abbiamo dato un segnale. Siamo una squadra vera, siamo con l’allenatore. Se c’è un problema Bellusci va a casa con dignità, ma io voglio vincere il campionato e voglio andare in Serie A, quella che ho perso l’anno scorso e vogliono farmi perdere ancora. Dobbiamo essere tutti insieme, dobbiamo essere in quarantamila per la A”. Questo lo sfogo del centrale rosa con le lacrime agli occhi davanti alle telecamere.

Ed ecco il primo punto di analisi: ieri il Barbera era vuoto come non mai. Si potrà dire che il lunedì è un giorno scomodo, che le 21 sono un orario scomodo, che il tempo non incoraggiava, ma venire allo stadio sarebbe stato un segnale forte che la tifoseria non ha dato. Si è detto tante volte, ma è giusto ribadirlo ancora: la squadra non ha colpe riguardo all’operato di Zamparini e degli inglesi, i giocatori stanno subendo la stessa sorte dei tifosi e sarebbe obbligo sostenerli e non lasciarli tristemente soli.

Passando all’analisi tecnica, è sicuro che la rinuncia a Struna e gli infortuni di Rajkovic e di Aleesami abbiano turbato l’equilibrio del settore difensivo. In più la carenza di centrali ha costretto Stellone a rinunciare definitivamente alla difesa a tre, con il sacrificio degli esterni, uno su tutti Rispoli, impegnati più al contenimento che alle sgroppate sulle fasce.

Ancora gli infortuni prima di Nestorovski e poi di Moreo hanno privato la squadra del più pericoloso realizzatore e del centravanti di manovra in passato tanto utile.

In ultimo, l’involuzione tattica di Trajkovski ed il cattivo stato di forma di Chochev hanno inaridito lo sviluppo della manovra e la finalizzazione del gioco offensivo, delegando il solo Falletti a inventare e a impreziosire di fantasia le rare trame verticali.

A questo punto bisogna stringere i denti e non arrendersi. I prossimi incontri, con il Perugia in trasferta e con il Brescia in casa, faranno capire quale potrà essere il futuro del Palermo sul campo.
La scadenza del 16 febbraio, termine ultimo per l’immissione dei capitali per il pagamento degli stipendi, farà capire quale sarà la sorte della società e allora sarà in palio la sopravvivenza