Documentazioni cancellate, prestanome e soci fidati: triangolo “magico” dell’avvocato Leonardi

Documentazioni cancellate, prestanome e soci fidati: triangolo “magico” dell’avvocato Leonardi

CATANIA – Numerose intercettazioni “incredibili”, sia telefoniche che informatiche, assieme ad altre prove schiaccianti, hanno permesso al personale della guardia di finanza di Catania di arrestare un sistema di riciclaggio e truffa allo Stato consolidato e di emettere 10 misure interdittive dell’esercizio di imprese e professioni e una di custodia in carcere nei confronti del suo “leader” e punto di riferimento, l’avvocato Mariolino Leonardi.

Come rivelato dal procuratore del capoluogo etneo, Carmelo Zuccaro, i reati contestati alle persone colpite da provvedimenti nell’Operazione “London Windows”, tra i quali quelli di riciclaggio, autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta e bancarotta fraudolenta (patrimoniale e documentale), sono una realtà purtroppo molto comune a livello nazionale e internazionale.

Il “business” che ruotava intorno a Leonardi, che ha fruttato un profitto criminale di oltre 10 milioni di euro con danni all’erario e alle imprese che operano in maniera lecita, era piuttosto complesso ma organizzato nei minimi dettagli: professionisti di diversa natura (commercialisti, avvocati, contabili, consulenti e broker esteri) delocalizzavano all’estero (principalmente in Inghilterra e in Croazia) imprese dichiarate in fallimento sul territorio catanese (e non solo) per poi farle tornare operative sul suolo nazionale sfruttando i capitali sottratti allo Stato non pagando le tasse e i contributi dovuti.

L’avvocato finito in carcere era il vero “regista” di questa attività fraudolenta: Leonardi, infatti, era il punto di riferimento e di contatto tra le società in fallimento che desideravano “fuggire” e gli amministratori delle società di diritto che dovevano acquisirle all’estero. La necessità di costruire una rete organizzata gli imponeva di rimanere in Italia ma, allo stesso tempo, di tenersi strettamente in contatto con i suoi fidati soci fuori dal territorio nazionale, Fabio Castaldi per l’Inghilterra e Mario Bariggi per la Croazia.

Compito del professionista era anche fare in modo che la documentazione di ciascuna azienda interessata andasse “magicamente” perduta e fare in modo che la società in bancarotta riuscisse a operare almeno per un anno (trascorso questo lasso di tempo dopo la dichiarazione di fallimento, non è più possibile “colpire” i diretti interessati, anche se indebitati con enti pubblici o privati).

Le attività commerciali continuavano a utilizzare gli stessi beni, la stessa forza lavoro e le stesse sedi delle “cancellate” dichiarate fallite in sede di tribunale, solitamente gestita formalmente da un prestanome, ma senza versare allo Stato la somma di denaro dovuta per lo svolgimento delle attività e sostenendo solo i costi irrisori di accorpamento alle società straniere (appena 15mila euro).

In una delle intercettazioni telefoniche, un dialogo con un interlocutore non indagato, lo stesso Leonardi spiega i dettagli del suo “infallibile” meccanismo: “Fatta la fusione, cancello la SRL dal registro delle imprese e quindi l’ho sottratta alla legge italiana e nessuno la potrà cercare… in Croazia la posso sciogliere dopo qualche mese, io la sciolgo e non è successo niente”.

“Ho preso la società italiana e l’ho messa dentro la società croata. E cancello dal registro delle imprese la società italiana. A cosa mi serve? Quando sono un bravo bambino, mi serve a prendere l’attività che ho in Italia e a trasferirla qui (in Croazia). Quando sono un bambino cattivo, nella maggior parte delle volte, chiudo tutto e tutti i buffi che ci sono dentro”, rivela l’arrestato al suo interlocutore all’estero.

Sempre nel corso della stessa conversazione, risalente al 26 settembre 2016, l’avvocato conclude il discorso dichiarando: “Quando sciolgo la società, distruggo tutto.

Intercettazioni simili, in particolare gli intensi scambi di email tra Leonardi e Bariggi, hanno confermato che tale meccanismo era perfettamente consolidato e che la creazione di “società fantasma” era ormai divenuta una consuetudine dell’avvocato.

Fondamentale per il criminale era ovviamente il contributo dei soci situati in Inghilterra e in Croazia. Inizialmente, il riferimento per Leonardi era il romano Castaldi, residente a Londra. In seguito a dei dissapori tra i due, dovuti probabilmente a questioni finanziarie irrisolte, l’interesse dell’avvocato si è spostato alla più vicina Croazia, dove il contatto principale era il piacentino Bariggi.

I due collaboratori fidati del professionista finito in manette non sono al momento indagati, vista l’improbabilità di reiterazione dei reati sopra citati, ma i loro contatti con l’arrestato sono comunque stati fondamentali a svelare i retroscena di un business fraudolento incredibile che aveva radici piuttosto lontane nel tempo (infatti, i primi episodi che hanno insospettito gli inquirenti risalgono al 2013-14).

I futuri accertamenti finanziari potranno fare luce sul profitto dei diretti interessati (dell’arrestato Leonardi in particolare) nei singoli casi di creazione di “società fantasma” realizzati negli anni in cui è stata attestata l’attività illecita.