Soccorrete i soccorritori, Barbagallo: “Quanto vale la vita di un vigile del fuoco”

Soccorrete i soccorritori, Barbagallo: “Quanto vale la vita di un vigile del fuoco”

CATANIA – L’ultimo mese è stato particolarmente complicato per la provincia etnea a causa del succedersi di piogge torrenziali e di diverse scosse di terremoto (la più forte, di magnitudo 4.8, il 6 ottobre).

In soccorso della popolazione, come sempre, sono intervenuti in prima linea i vigili del fuoco. Per far fronte alle numerose richieste da parte dei cittadini, spiega Carmelo Barbagallo dell’esecutivo regionale USB – VVF, “sono stati raddoppiati i turni e sono arrivati anche mezzi e uomini dalle altre province siciliane“.

I soli pompieri presenti sul territorio etneo non erano infatti sufficienti, tenendo anche conto che, come sottolinea il sindacalista, “Catania ha 128 carenze d’organico”.

Nemmeno negli altri comandi provinciali però la situazione va meglio: emblematico il caso di una squadra arrivata da Siracusa, in occasione di un’emergenza per il maltempo, che è dovuta rientrare perché il mezzo si è guastato.

Non abbiamo attrezzature idonee per fronteggiare un’emergenza alluvionale – dichiara Barbagallo-. Non abbiamo più nemmeno il carro crolli, necessario per le ricerche tra le macerie anche in caso di sismi. Catania era il comando 0, l’ex nucleo operativo terremoti per eccellenza, ma oggi non esiste più per carenza d’organico e perché le attrezzature non sono state né ammodernate, né ripristinate”.

Prosegue il sindacalista USB – VVF: “Abbiamo un nuovo nucleo, USAR, che si occupa di soccorsi in caso di terremoti o crolli, ma il mezzo a disposizione è solo una piccola parte di quello che servirebbe, sarebbe necessaria un’attrezzatura particolare per far operare i lavoratori in maniera più celere e tempestiva”.

Anche in questo caso il problema di fondo resta la carenza di uomini: “Ovviamente il numero è sempre esiguo. Stanno cercando di formare altre persone però siamo penalizzati, perché se venisse fatta la formazione mancherebbe il personale per effettuare il soccorso tecnico urgente”.

Per gli interventi legati all’alluvione o a una grande presenza di acqua – continua Barbagallo – possediamo un solo mezzo anfibio, che serve per lavorare in ambienti in cui c’è liquido per 30-40 cm di altezza. I lavoratori dovrebbero essere abilitati con la patente nautica e un’estensione per poterlo guidare ma, allo stato attuale, non ce l’ha quasi più nessuno, sempre per una mala amministrazione che non ha previsto questa tipologia di soccorso. Eppure gli ultimi episodi, come la forte mareggiata legata all’uragano Zorbas, hanno messo in luce tutte le criticità legate al territorio siciliano, che per sua natura è vulcanico, sismico e a dissesto idrogeologico. Abbiamo avuto solo un assaggio di quello che potrebbe accadere.

Il sindacalista ritiene quindi che in Sicilia non si sia preparati per fronteggiare questi casi e si chiede: “Quanto vale la vita di un vigile del fuoco?”.

 

 

 

 

Proprio nel corso di un intervento durante le violenti piogge che hanno flagellato la provincia etnea, una squadra di pompieri ha rischiato la vita a Palagonia. Racconta Barbagallo: “Un collega che ha vissuto quei momenti mi ha detto ‘sono un tipo che non si spaventa, ma oggi ho visto la morte con i miei occhi’. L’acqua, infatti, era arrivata all’altezza dei tergicristalli. Si trovavano a bordo di un vecchio mezzo 4×4 e la forza dell’acqua li ha spinti verso il torrente. Solo il caso ha scongiurato il peggio: il mezzo si è arenato per il fango e per i guardrail, altrimenti oggi staremmo raccontando un’altra tragedia annunciata”.

Senza attrezzature, senza risorse e con lo stipendio più basso rispetto a tutti gli altri corpi dello Stato. Non abbiamo l’Inail, né il riconoscimento delle malattie professionali e la categoria usurante. Tutte cose che chiederemo per il rinnovo del contratto in scadenza ”, spiega il sindacalista che aggiunge: “Senza prevenzione, previsione e salvaguardia del territorio tutte le nostre richieste non servirebbero comunque a nulla”.

Un corpo, quello dei vigili del fuoco, da sempre tra i più amati dalla popolazione. È ancora vivo il ricordo a Catania della morte, mentre erano in servizio, di Dario Ambiamonte e Giorgio Grammatico, a causa dell’esplosione avvenuta il 20 marzo in via Garibaldi. A loro e al collega Vincenzo Lima, deceduto nel settembre 2014 quando a bordo di un’autobotte (che si è ribaltata) si stava dirigendo all’aeroporto Fontanarossa, dovrebbe essere intitolata la caserma di San Giovanni Galermo. Mantenere viva la memoria è anche l’obiettivo delle iniziative che Carmelo Barbagallo e i suoi colleghi vorrebbero organizzare in onore di chi ha perso la vita svolgendo il proprio dovere, per non far dimenticare il loro sacrificio.