Niente cinema e musei: in Sicilia si spende meno in turismo culturale rispetto al Nord

Niente cinema e musei: in Sicilia si spende meno in turismo culturale rispetto al Nord

PALERMO – Vedere un film o ammirare reperti archeologici sono attività che arricchiscono una persona e la mettono in contatto con qualche forma di cultura.

Nonostante siano sempre più i turisti che ogni anno partono per scoprire nuove città, fare nuove esperienze e conoscere la storia e la cultura locale, gli italiani sembrano, però, non partecipare tanto a questo tipo di iniziative.

A incentivare il turismo culturale contribuiscono anche le proposte dei Comuni con progetti in cui è possibile visitare i musei gratis. Tuttavia, i dati mostrano il contrario.

Un recente rapporto Federculture dimostra come il 38,5% degli adulti, quasi quattro italiani su dieci, non partecipa ad alcun tipo di attività culturale. In generale, circa sette italiani su dieci non vanno al cinema, non visitano un museo né un sito archeologico. In tutta l’Italia si spende di meno che in Europa.

Ma se scendiamo nel particolare, analizzando le varie regioni italiane, si può notare come al Sud la situazione sia ancora più critica: più di otto adulti su dieci, l’82%, non si mostrano per nulla interessati. In Sicilia, infatti, la spesa rivolta alla cultura è ben tre volte minore rispetto a quella effettuata in Trentino Alto Adige. Sull’isola ogni anno approdano sempre più turisti che vogliono ammirare le bellezze che offre e lo dimostra anche il traffico di passeggeri che si registra all’aeroporto di Catania.

Aumenta il numero di stranieri, e non solo, che ogni anno decidono di trascorrere le ferie in qualche zona della Sicilia, soprattutto in prossimità delle festività. Ma sembrerebbe che la nostra cultura sia più apprezzata dai forestieri che dagli abitanti del luogo.

I musei e siti archeologici sono affollati dai vacanzieri, la cui spesa aumenta dell’11%, ma non dagli italiani, che danno poco peso alle attività culturali. Le spese al botteghino risultano più alte, ma è solo apparenza: c’è stato un aumento dei prezzi, ma non delle entrate, che diminuiscono di circa 4 punti. In calo anche gli spettacoli di 2 punti e mezzo.

Si rilevano anche dati positivi, soprattutto nell’ambito della lettura. Piccola crescita di coloro che leggono almeno un libro all’anno, si passa dal 40,5% al 41%, e aumentano anche quelli che leggono almeno 3 libri. Si riducono, però, i “grandi lettori”, ovvero quelli che ne divorano più di 12.

La spesa in cultura delle amministrazioni comunali ha visto un calo del 4% rispetto al 2015, così come le erogazioni dalle fondazioni bancarie sono scese del -9% rispetto al 2016. Lo stanziamento del Mibac per gli anni 2017 e 2018 è stato confermato agli stessi livelli degli anni precedenti. Si tratta di un bilancio ministeriale di 2 miliardi e nel previsionale 2018 risulta uno stanziamento di 2,4 miliardi.

Foto di repertorio