Forza Italia: welcome to the jungle

Forza Italia: welcome to the jungle

PALERMO – C’era una volta il partito acchiappatutto in Sicilia. C’era l’epopea berlusconiana del sorriso e della certezza della vittoria. C’era Gianfranco Micciché padre padrone politico degli azzurri. Tutto questo c’era e non c’è più. Il sorriso di Berlusconi è sparito, minato dall’uveite e dai modesti risultati elettorali. La parabola di Micciché appare alla conclusione e il partito roccaforte non esiste: è attualmente dilaniato da una guerra interna a livello nazionale che si riverbera a livello locale.

Il nuovo corso berlusconiano ha scontentato parte degli azzurri e Raffaele Fitto è uno dei maggiori dissidenti dell’ex presidente. A livello isolano avevamo già raccontato il dibattito interno per nulla sereno avvenuto tra Saverio Romano e il coordinatore regionale Vincenzo Giibino.

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I due vertici etnei della scorsa settimana, uno a Catania e l’altro a Viagrande, hanno dimostrato la differente visione dei due leader. Una vera e propria giungla dove Saverio Romano sta facendo la parte del leone.

Con una lettera firmata da una settantina di dirigenti azzurri è emerso il malcontento nei confronti di Giibino e delle nomine locali effettuate.

Nella lettera aperta i forzisti attaccano dicendo che le nomine effettuate da Giibino “sono arrivate senza consultare la base e i coordinatori” e hanno picchiato duro anche su Micciché, definendolo come “colui che ha consegnato la Sicilia a Crocetta”.

“Per quanto riguarda Forza Italia il bilancio – ha commentato Romano a margine del voto regionale di Calabria ed Emilia – non è solo negativo ma addirittura disastroso. Come la gestione del partito che non deve occuparsi di maquillage estetici ma di contenuti e di dialogo nel territorio. Le nomine di partito cadute dall’alto vanno azzerate perché è indispensabile un reale coinvolgimento del territorio. La posizione politica equivoca di Forza Italia a livello nazionale e la pessima gestione del partito nelle varie regioni, sono le cause di uno scollamento con i cittadini che va colmato con la partecipazione e con un recupero di valori, di temi e di proposte politiche. Si è perso in Calabria e in Emilia Romagna come si perderebbe ovunque oggi nel Paese, nella situazione attuale e con i limiti di una miopia politica che non è più comprensibile”.

Inoltre con qualche tweet al veleno Romano ha commentato l’incontro avvenuto a Sant’Ambrogio tra Micciché e Giibino.

saverio romano

Ad aumentare il livello dello scontro le recenti nomine di Vincenzo Figuccia come coordinatore provinciale e di Giulio Tantillo come coordinatore cittadino palermitano.

Indubbiamente Romano – che ha già incontrato a Catania due senatori del Gal – intende accreditarsi come autorevole esponente di un’area del partito e ha anche incontrato il senatore Scoma: grandi manovre all’orizzonte.

A buttare acqua sul fuoco il capogruppo all’Ars Marco Falcone che ha bollato come inopportune le proteste per le nomine effettuate da Giibino.

“Se poi qualcuno – ha aggiunto Falcone – cerca visibilità con la polemica, piuttosto che con la concreta iniziativa politica sbaglia e rischia di essere vittima del suo stesso attacco, noi comunque rimaniamo disponibili ad un confronto serio e di prospettiva”.