“Un viaggio come deportati, uno schifo”, il calvario da Siracusa a Roma: treni sostituiti da autobus, vagoni angusti e oltre 12 ore di viaggio

“Un viaggio come deportati, uno schifo”, il calvario da Siracusa a Roma: treni sostituiti da autobus, vagoni angusti e oltre 12 ore di viaggio

GIARRE – Un calvario, un’odissea, chiamatela come preferite. Quello che è successo ad alcuni pendolari in partenza da Siracusa con direzione Roma ha quasi dell’incredibile. Quasi due ore di ritardo rispetto all’orario di arrivo previsto, ma, soprattutto, un servizio diverso da quello per cui si aveva pagato.

“Saremmo dovuti partire alle 23,17 e arrivare alle 9,51. Invece abbiamo aperto la porta di casa alle 12,15″, racconta sinteticamente Alessandro Napolitano. “Arrivati alla stazione di Giarre, lo scorso 17 agosto, vediamo segnata un’ora di ritardo. Quindi, non era rimasto altro che aspettare”. Un’attesa, però, destinata ad aumentare. Perché quel ritardo è incrementato aggiungendo prima altri 5 minuti, poi altri e così via dicendo: totale 95 minuti.

Come se non bastasse, ecco la comunicazione sconvolgente: l’Intercity notte 35428 ha avuto un problema alla carrozza 3, ragion per cui il trasporto fino a Villa San Giovanni (Calabria) sarebbe avvenuto in pullman. Quindi, al ritardo iniziale, si è aggiunta un’altra ora. L’autobus ha percorso tutte le tappe e le fermate che avrebbe dovuto effettuare il vagone.

“Arrivati a Villa, verso le 3,45, il conducente ci ha comunicato di raggiungere il binario 5. Così, chi con valigie, bambini e chi, come me e mia moglie con il cane, ci siamo trascinati, quasi come dei deportati, al punto che ci aveva indicato. Ma…”. Purtroppo, per Alessandro e gli altri passeggeri, le brutte sorprese non erano ancora finite: “Avevamo pagato per un vagone letto, invece ci siamo trovato sistemati in una cuccetta, piccola, molto piccola. Non idonea a noi e alle richieste”.

Da qui è nato il finimondo: “C’è chi non voleva salire, chi non voleva partire più, chi ha semplicemente esclamato ‘uno schifo’. Alla fine, però, siamo partiti. Poi, abbiamo fatto un’altra sosta di un’ora a Napoli, anche se non ne conosco bene la ragione”.

Un viaggio interminabile verrebbe da dire, ma, per fortuna, alle 11,40, con quasi due ore di ritardo, la tanto attesa Roma è arrivata. Poi, il tempo dei trasporti e della sistemazione e l’arrivo a casa, dopo oltre 12 ore di viaggio: “Siamo entrati nella nostra abitazione alle 12,15. Finalmente!”.

Quello che ha colpito negativamente Alessandro, sua moglie e i passeggeri non è stato tanto il ritardo, quanto i problemi di comunicazione e un servizio che non ha rispecchiato le richieste iniziali e per cui erano stati sborsati dei soldi.

“Per questa ragione ho già contattato Trenitalia per avere delle delucidazioni”. Chi sa che alla fine non venga rimborsato il prezzo del biglietto.