Bandire fumo ed alcol durante l’allattamento

Bandire fumo ed alcol durante l’allattamento

I danni sul feto dovuti all’assunzione di alcol in gravidanza sono noti da tempo. Ora emerge che i bambini allattati al seno da madri che bevono alcol hanno capacità cognitive ridotte.
Il team di ricercatori della Macquarie University in Australia ha esaminato 5.107 bambini, a partire dal 2004. I piccoli sono stati valutati una volta ogni due anni fino all’età di 11 anni e alle madri è stato fornito un questionario elaborato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in merito al consumo di alcol e il fumo di sigarette durante l’allattamento. I bambini, in ciascuna delle visite, sono stati testati nel ragionamento non verbale, il vocabolario e le abilità cognitive.

Per i bambini allattati al seno da madri che avevano un consumo maggiore di alcol si è riscontrato un punteggio di ragionamento non verbale più basso, circa fino ai 6-7 anni, poi il divario veniva compensato dai 10-11 anni di età, probabilmente, ipotizzano i ricercatori, grazie all’aumento dei livelli di istruzione e degli stimoli ambientali. Gli stessi “problemi” non sono stati riscontrati tra figli di madri che (pur consumando le stesse alcol) non erano stati allattati al seno.

Per quanto riguarda i feti, sappiamo che anche in piccolissime dosi l’alcol assunto in gravidanza può rappresentare un rischio per la salute del nascituro. Il rischio è quello dei FASD (Fetal alcohol spectrum disorders), una serie di possibili danni causati dall’esposizione prenatale all’alcol: malformazioni alla nascita, disturbi dell’apprendimento, del comportamento e disturbi mentali. Se si evita l’alcol in gravidanza, i FASD sono prevenibili al 100%. La Giornata mondiale sulla sindrome feto-alcolica da 16 anni si svolge il 9 settembre.

Il fumo materno durante l’allattamento non ha avuto invece un effetto significativo sulle capacità cognitive del bambino, ovviamente, sottolineano i ricercatori, “pur non influendo su questo aspetto, è fortemente dannoso (in quanto ‘fumo passivo’ diretto) e causa danni a molti altri organi del bimbo”. Si stima che nel nostro Paese un bambino su dieci soffre di asma e bronchite cronica dovute al fumo di sigaretta. L’esposizione al fumo fa aumentare del 43% il rischio di asma e il pericolo di malattie gravi, come broncopneumopatia ostruttiva e tumore ai polmoni, che non sono malattie pediatriche ma si manifestano a distanza di anni e quello della temibile “morte in culla”.