Parcheggi allo stadio, Atm e il rapporto con la famiglia Mancuso: politica e criminalità organizzata in uno schema collaudato

Parcheggi allo stadio, Atm e il rapporto con la famiglia Mancuso: politica e criminalità organizzata in uno schema collaudato

MESSINA – Dalle prime ore del mattino è in corso una articolata e vasta operazione di polizia – condotta dalla DIA di Messina in sinergia con il Centro Operativo di Catania, supportati dai Centri e Sezioni di Reggio Calabria, Palermo, Bari, Roma, Caltanissetta, Catanzaro ed Agrigento – in esecuzione di provvedimenti cautelari personali, emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina, nei confronti di 13 persone nonché misure cautelari reali a carico di 3 imprese e svariati beni per un valore di oltre 35 milioni di euro.

Le indagini condotte sotto il coordinamento e la direzione della Procura della Repubblica DDA di Messina, nell’ambito dell’operazione denominata “Terzo livello” – per via dei ruoli rivestiti da alcuni degli indagati in seno all’amministrazione comunale di Messina e alle società partecipate del medesimo Comune che erogano servizi pubblici – si è sviluppata fondamentalmente lungo due filoni investigativi.

Un primo ambito di indagine ha disvelato e colpito un sodalizio criminale che, costituendo una articolata rete di rapporti clientelari/affaristici/amicali, era dedito alla commissione di plurimi reati contro la Pubblica Amministrazione oltre ad una serie di reati strumentali. In questo ambito primeggia, quale figura carismatica e trainante, un esponente di spicco della politica messinese degli ultimi anni, Emilia Barrile, all’epoca dei fatti Presidente del Consiglio Comunale e nel corso delle ultime elezioni candidata a Sindaco non eletta, ma comunque la più votata tra i candidati delle ultime due tornate elettorali. La Barrile, con il costante supporto del suo consigliere Marco Ardizzone – gravato da importanti precedenti giudiziari e di polizia, e nei primi anni 90 vicino al locale gruppo criminale dei Mancuso, egemone nel rione Gravitelli – avvalendosi dell’incarico politico allora ricoperto, interveniva con metodicità presso i competenti Uffici comunali o le Aziende partecipate perché alcune istanze avanzate da imprenditori venissero portate a buon fine, finalizzando tale condotta ad acquisire consenso anche in prospettiva elettorale, soprattutto attraverso poi la “distribuzione” o la promessa di posti di lavoro presso le imprese dei richiedenti il suo intervento. La Barrile, inoltre, costituendo un sistema collaudato, si prodigava a risolvere problematiche burocratiche, estranee al suo mandato ma pur sempre abusando della sua influenza politica nell’apparato amministrativo della città in favore di potenziali portatori di pacchetti di voti.

Non di meno, la Barrile è emersa quale dominus di fatto di due cooperative peloritane operanti nel settore della ristorazione e delle pulizie – la “PELORITANA SERVIZI”, impegnata nella controversa gestione dei punti ristoro e dei parcheggi dello stadio San Filippo di Messina, e la “UNIVERSO E AMBIENTE”, risultata affidataria del servizio di pulizie dell’AMAM a seguito di una presunta illecita assegnazione – e alle cui dipendenze è stato assunto con un ruolo di fatto significativo un elemento di spicco della locale criminalità organizzata, Carmelo Pullia, soggetto gravato da vicende giudiziarie per gravi reati, organico al locale clan Mancuso e recentemente posto in libertà dopo una detenzione ventennale. Tali cooperative, anche grazie ad una ingegnosa alternanza tra periodi di lavoro e periodi di disoccupazione gestiti abilmente mediante patronati anche questi di fatto a lei asserviti, venivano utilizzati anch’essi come strumento per elargire occupazioni e posti di lavoro, con il fine ultimo di acquisire diffuso consenso popolare.

Un secondo contesto investigativo, invece, riguarda la frenetica attività di Vincenzo Pergolizzi  – soggetto contiguo alla criminalità organizzata operante a Barcellona P.G. (Messina), Messina e Catania, ai tempi dell’attività sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Milazzo – che attraverso la complicità di familiari e persone di fiducia, ha posto in essere comportamenti tali da sottrarre il rilevante patrimonio immobiliare delle società a lui riferibili, e al contempo frustrare il recupero del credito erariale da cui le stesse sono gravate, quasi un milione di euro accertato dovuto all’erario. Con tali intenti, oltre a numerose trasformazioni societarie per mezzo dei propri familiari, il Pergolizzi ha inscenato fittizie controversie lavorative con dipendenti di fiducia, al fine di svuotare fraudolentemente le proprie società di beni e capitali.

A seguito della articolata indagine illustrata, avallando le risultanze investigative prodotte dalla polizia giudiziaria operante e accogliendo sostanzialmente le richieste cautelari avanza dalla locale Procura – DDA, sono state disposte ed eseguite le seguenti misure cautelari personali:

  • custodia cautelare in carcere nei confronti di Vincenzo Pergolizzi, 63 anni.
  • arresti domiciliari nei confronti di: Emilia Barrile, 48 anni, Marco Ardizzone, 46, Francesco Clemente, 51, Stefania Pergolizzi, 40, Sonia Pergolizzi, 38, Carmelo Cordaro, 58, Michele Adige, 38, Vincenza Merlino, 54, Carmelo Pullia, 50 e Giovanni Luciano, 53.
  • sospensione dal pubblico ufficio in atto ricoperto per la durata di sei mesi nei confronti di Daniele De Almagro, 53 anni
  • divieto temporaneo, per la durata di sei mesi, di esercitare attività imprenditoriali e di ricoprire uffici apicali in seno ad imprese e persone giuridiche nei confronti di Antonio Fiorino, 52 anni.

Gli odierni destinatari delle misure cautelari sopra indicate, unitamente ad altri 7 indagati a piede libero, sono stati ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità in concorso, detenzione illegale di armi, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, turbata libertà degli incanti, associazione per delinquere, intestazione fittizia di beni e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Le misure cautelari reali, frutto di approfondimenti investigativi di natura finanziaria-patrimoniale, hanno colpito gli interi capitali sociali e compendi aziendali della “PER.EDIL SRL”, della “CO.STE.SON. srl” e della “ER.GI. COSTRUZIONI srl”, oltre ben 11 cespiti immobiliari rientranti nel patrimonio personale di uno dei soggetti oggi colpiti anche dalla misura cautelare personale, per un valore complessivo stimato prudenzialmente in 35 milioni di euro.