Giornata mondiale senza tabacco: perché e quando si comincia a fumare e come si può smettere

Giornata mondiale senza tabacco: perché e quando si comincia a fumare e come si può smettere

Secondo i dati Istat relativi al 2016, circa il 19,8% della popolazione italiana sopra i 14 anni fuma, con un’evidente differenza in termini percentuali tra uomini (24,8% circa) e donne (15,1% circa). I dati dell’Istituto Superiore di Sanità confermano questa tendenza, rivelando in alcune statistiche relative al periodo 2013-2017 che un italiano su quattro (circa il 26%) di età compresa tra i 18 e i 69 anni è fumatore attivo.

Nonostante le campagne di sensibilizzazione e di prevenzione contro il consumo di tabacco, in questi giorni moltiplicate in vista della celebrazione della giornata mondiale senza tabacco, prevista per oggi, 31 maggio, sono ancora molte le persone che non riescono a rinunciare alle loro sigarette quotidiane e alla dipendenza da nicotina.

Il fumo è un’abitudine che coinvolge molte persone, di ogni razza, sesso ed età; un’abitudine che, per quanto dannosa, sembra non sparire mai del tutto.

In molti sono consapevoli dei problemi e dei rischi che il fumo può causare alla salute, eppure sembra che per loro sia impossibile smettere. La domanda principale che spesso si pongono i non fumatori è: perché la gente inizia a fumare?

Le motivazioni possono essere diverse e variano da persona a persona. Tra le ragioni più comuni che spingono al fumo vi sono: stress, imitazione di amici o parenti, semplice curiosità e voglia di sentirsi “adulti” (nel caso specifico degli adolescenti). Si tratta di cause apparentemente banali, ma possono arrivare a condizionare la vita, qualora l’abitudine al fumo sfugga di mano.

Il fumo, che si origina dalla combustione incompleta di tabacco, contiene migliaia di sostanze potenzialmente tossiche per l’essere umano, come la nicotina, il catrame (che presenta  elementi cancerogeni) e il monossido di carbonio (pericoloso per il sistema cardiocircolatorio e per l’apparato respiratorio), e sostanze irritanti, ad esempio l’acido cianidrico e l’ammoniaca, che possono provocare danni alle vie respiratorie.

Inoltre, come è ben noto, il tabacco crea dipendenza e quindi, nel caso si smetta, può generare nei fumatori delle crisi di astinenza, che si manifestano con forte ansia, irritabilità, difficoltà di concentrazione e insonnia.

Negli ultimi anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha tentato di esporre i fumatori ai rischi che comporta il consumo di tabacco e i dati rivelati, aggiornati al 2015, sono ben chiari nello stabilire che il fumo da tabacco costituisce una delle principali cause di morte nel mondo, con oltre 5 milioni di decessi l’anno (che potrebbero, secondo le statistiche, raggiungere gli 8 milioni entro il 2030), di cui 600mila dovuti al semplice fumo passivo.

Nonostante l’incoraggiante calo del numero di fumatori in Italia nel corso dell’ultimo decennio, che ha registrato una tendenza positiva in particolare per la popolazione femminile, un dato si rivela ancora piuttosto preoccupante, e non solo in Italia: a fumare sono sempre più i giovani, spesso anche minorenni.

Secondo le statistiche dell’Iss del 2009, la percentuale di adolescenti tra i 15 e i 17 anni è del 12% circa. La maggior parte di loro inizierebbe stando in compagnia di altri amici, durante le feste o le attività svolte nel tempo libero, per “imitazione” o per “sentirsi grande”. Si è abbassata notevolmente anche l’età della prima sigaretta, che in alcuni casi si attesta anche tra gli 11 e i 14 anni.

Il dato è particolarmente rilevante in Sicilia, che presenta sia una percentuale di fumatori leggermente superiore alla media nazionale (circa 28%) sia un numero piuttosto elevato di fumatori minorenni. Per confermarlo, basta fare un giro per le principali scuole medie e superiori della provincia e vedere quanti studenti fumano appena fuori dalle mura dell’edificio.

È possibile smettere di fumare? Le risorse per chiunque voglia tentare di porre fine a questa brutta abitudine sono tante: centri antitabagismo, un numero verde (800 554 088), l’ausilio dei cerotti o altri prodotti a base di nicotina per combattere i disturbi da astinenza o la sigaretta elettronica, uno dei più utilizzati ma non uno dei più indicati, visti i dubbi sollevati sui pericoli che potrebbe generare in alcuni studi recenti.

I centri antitabagismo sono oltre 400 in Italia. In Sicilia, in particolare, sono circa 17, tra i quali ben 7 solo nella provincia di Catania. I centri sono tanti e sembrano funzionanti, ma sono ancora troppo poche le persone che chiedono aiuto, creando sempre più difficoltà a chi ogni giorno mette la popolazione in guardia dai rischi del tabacco per la salute.

Immagine di repertorio