Raffineria Esso Augusta passa alla Sonatrach: quali saranno i benefici futuri?

Raffineria Esso Augusta passa alla Sonatrach: quali saranno i benefici futuri?

AUGUSTA – Non è stato un fulmine a ciel sereno, ma l’opinione pubblica l’ha avvertito come tale. La recente notizia del passaggio di proprietà della raffineria di Augusta, nel Siracusano, dalla Esso alla compagnia algerina Sonatrach ha stimolato tante riflessioni a livello mediatico. Questa decisione è stata frutto di valutazioni, ma ha comunque lasciato spiazzate molte persone.

La vicenda chiama in causa l’aspetto ambientale, in quanto tutto il polo petrolchimico siracusano è stato sempre al centro dell’attenzione per le problematiche relative all’alta percentuale di inquinamento.

I progetti per le bonifiche sono fondamentali e c’è ancora molta strada da fare. Un quadro dettagliato della situazione e una conferma del grande ritardo li fornisce Enzo Parisi, membro del Direttivo Regionale Legambiente Sicilia, che sottolinea come questa responsabilità sia di chi ha attivato per primo la procedura.

La responsabilità ricade sempre sulla Esso – dichiara Parisi -, che lo può fare sia in proprio che delegando qualche altra azienda. L’iter deve andare avanti e i nuovi gestori devono mettere pressione anche al Ministero dell’Ambiente. Di tutti i 6 mila ettari del polo petrolchimico è stato bonificato solo l’8 %. Si devono rispettare le leggi e la popolazione locale, che vive in mezzo ai veleni da 50 anni. Questa raffineria ha sempre recato guasti ai suoli e alle falde acquifere sottostanti, contaminati a macchia da idrocarburi e metalli pesanti. A causa di ciò la zona dal 1990 è Area a elevato rischio di crisi ambientale e dal 2000 è Sito di Interesse nazionale ai fini delle bonifiche”.

Ma la questione pone molti interrogativi riguardo allo sviluppo economico e al lavoro. In merito a questi aspetti ci sono molte incertezze per come potrebbero cambiare gli scenari dopo tanti anni per la raffineria.

Il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, è realista e consiglia cautela nelle valutazioni del passaggio di proprietà, che si concluderà entro la fine di quest’anno. Nello stesso tempo considera positivo l’accordo perché dimostra attenzione per l’area industriale.

Penso sia prematuro esprimere valutazioni sull’accordo – precisa Bivona -, il cui closing si perfezionerà entro la fine dell’anno 2018 con tutte le informazioni, consultazioni delle parti interessate e approvazioni delle competenti autorità. Ciò che mi sento di dire oggi è che la nostra area industriale, in particolare la raffinazione, resta strategica per gli interessi economici internazionali: ciò grazie alla presenza di impianti tecnologicamente avanzati, condizione principale che porta importanti compagnie internazionali a scommettere su un investimento”.

Inoltre il territorio e l’unione della comunità augustana sono componenti altrettanto fondamentali per attrarre gli investimenti da parte delle multinazionali straniere.

“Ciò che fa la differenza – conclude Bivona –, poi, è il territorio: l’investimento diventa appetibile se esistono le condizioni di contesto, se il territorio è socialmente coeso per consentire alle aziende di svolgere la propria attività in maniera sostenibile. Solo così potremo tornare ad essere pienamente attrattivi e sfruttare la posizione strategica che abbiamo nel Mediterraneo. Dipenderà solo da noi mostrare interesse e coesione sociale”.

I sindacati invece sono stati sorpresi dalla decisione della Esso, che fino a qualche mese fa annunciava nuovi investimenti. L’attuale situazione dei lavoratori ce la spiega il segretario generale Femca Cisl Siracusa-Ragusa Sebastiano Tripoli, che ci parla dei risultati di un incontro avvenuto lunedì e dei prossimi sviluppi della vicenda.

“L’assemblea di lunedì in azienda con i dipendenti e gli altri due segretari – spiega Tripoli – è servita per fare il punto della situazione e oggi abbiamo un incontro con i vertici Esso, la nuova proprietà e i segretari sindacali nazionali per capire gli aspetti relativi alla vendita e le motivazioni che li hanno portati a investire qui. Ribadiamo il nostro disappunto su come è avvenuto ciò che non ci aspettavamo. I lavoratori sono stati colti di sorpresa perché perdere la Esso per loro è come se avessero perso un familiare”.

Gli sviluppi futuri però vanno affrontati con calma e in questo senso si monitora bene la situazione, anche se l’eredità del colosso precedente sul territorio è pesante. Sul fronte della posizione dei lavoratori non sembrano esserci grossi rischi.

“L’azienda è tra le prime 15 del mondo – conclude Tripoli – e ha delle grandi potenzialità. Vedremo i loro progetti, se saranno a lunga gittata. Certo dopo quasi 60 anni la Esso ha acquistato molta credibilità sul territorio e non è facile sostituirla in questo senso. Il valore sociale si costruisce a poco a poco e sarà una bella sfida per la Sonatrach. È stato inoltre comunicato che non c’è alcuna intenzione di scompensare il personale dipendente, anche se nel tavolo negoziale e le pratiche ci faranno scoprire la verità. I lavoratori si sentono ancora traditi, ma tutti noi dei sindacati abbiamo provato a dare a loro un messaggio di serenità perché la vicenda la seguiamo in ogni suo minimo particolare”.