Ardizzone (Udc) sconfessa Crocetta sulle trivelle: “Decida il parlamento”

Ardizzone (Udc) sconfessa Crocetta sulle trivelle: “Decida il parlamento”

PALERMO – Il presidente della Regione Rosario Crocetta aveva parlato delle trivelle in mare come portatrici di ricchezza e benessere. Le royalties permetteranno cospicui incassi per la Sicilia e a livello ambientale sarà tutto sotto controllo. L’aula – con un voto preciso seppur di una esigua parte dei deputati regionali – ha smentito il presidente.

L’Ars – grazie a grillini e centrodestra – ha approvato un chiaro ordine del giorno: la Sicilia non deve essere “bucata”. Ma il presidente – come si evince dalle recenti dichiarazioni pubbliche – intende forzare la mano anche in virtù di un presunto patto di non belligeranza che avrebbe fatto con l’Eni: via libera alle trivelle, royalties ferme e possibilità da parte del colosso petrolifero di tirarsi indietro qualora cambiassero in cambio del salvataggio del polo di Gela.

L’Ars è insorta. Nello Musumeci ha parlato di un governo regionale “asservito ai poteri industriali”.

“Crocetta impugni immediatamente per incostituzionalità il decreto Sblocca-Italia – ha dichiarato Musumeci – e agisca affinché l’Eni si impegni a porre fine ad ogni ormai fallimentare attività di raffinazione, che ha prodotto migliaia di morti, patologie e devastazione ambientale. Chiediamo l’avvio di un programma strategico di bonifiche e di rigenerazione industriale per Gela, Milazzo e Augusta, che salvaguardi l’occupazione, l’ambiente e la salute dei siciliani”.

Per il presidente della commissione antimafia appare sospetto il fatto che Crocetta “non abbia ancora impugnato per incostituzionalità gli articoli dello Sblocca-Italia che riguardano la liberalizzazione delle ricerche petrolifere marine e terrestri così come sarebbe suo preciso dovere, per una evidente violazione dello Statuto sulle competenze esclusive della Regione in materia di tutela del patrimonio culturale e ambientale. Il governo getta così la maschera sulla vera natura dell’accordo con Eni verso cui evidentemente si era impegnato ad autorizzare le trivelle per ottenere la rigenerazione verde della raffineria di Gela, e dimostra che Crocetta e il Pd sono totalmente succubi dei petrolieri”.

A far sentire la voce dell’Assemblea ci ha pensato il presidente Giovanni Ardizzone:Basta con le prese in giro e gli inganni alla Sicilia. Non possiamo limitarci all’incasso di 500 milioni di royalties: chi l’ha detto che questa sia la cifra giusta? Chi la determina? Parliamo prima di chi sono gli imprenditori autorizzati a fare le ricerche. E delle eventuali devastazioni ambientali. E di chi ne pagherà il prezzo. Poi magari parliamo di royalties. Si apra un dibattito serio”.

Il presidente dell’Ars ha ribadito la centralità del parlamento su queste scelte e ha posto diversi paletti: ci deve essere un dibattito in aula e i benefici devono essere dei siciliani e non delle compagnie petrolifere, specie se finanziate dallo Stato che sbeffeggiano la Sicilia”.

Sulla questione è intervenuto il deputato aretuseo Bruno Marziano del Pd che è ritornato sull’accordo siglato tra Crocetta ed Eni: “Il protocollo d’intesa firmato a giugno da Crocetta è un accordo positivo con le società del settore petrolifero e petrolchimico della Sicilia, poiché alla base di esso c’è il rispetto di tute le normative ambientali, la garanzia della salvaguardia totale delle condizioni di salute dei cittadini e di sicurezza e salute dei lavoratori. E può portare benefici significativi all’economia siciliana, senza interferire con gli altri settori del nostro modello di sviluppo: un turismo basato sulla valorizzazione e la fruizione dei beni culturali”.

Però per Marziano un accordo non può limitare l’autonomia del parlamento: “Riteniamo che il recente ordine del giorno approvato dal parlamento vada certamente rispettato ma non può essere interpretato come una volontà dell’intera assemblea, per la esigua rappresentanza dei parlamentari, di cui tanti assenti giustificati. È opportuno che questo argomento così importante per le sorti della Sicilia, ma anche così delicato da suscitare la sensibilità di vasti settori della popolazione e delle forze politiche, vada trattato nell’aula del parlamento in un’apposita seduta in cui vengano sviscerati tutti gli aspetti positivi ed anche eventuali elementi di criticità che, se si dovessero riscontrare, vanno superati e rimossi”.

Il tema verrà affrontato durante l’audizione della terza commissione Attività produttive prevista per il prossimo martedì.