“Dolcissima” Sant’Agata: minni e aliveddi, come sono fatti e perché hanno questa forma

“Dolcissima” Sant’Agata: minni e aliveddi, come sono fatti e perché hanno questa forma

CATANIA – Tra devozione e folklore, la festa di Sant’Agata riserva per i catanesi anche tantissime prelibatezze culinarie, tipiche del periodo.

È proprio a questa amatissima (ma spesso molto discussa) festività che si devono due dei dolci più conosciuti, simbolo del capoluogo etneo: Le “minni di Sant’Ajita” o “minni di Vergini” e le “aliveddi ri Sant’Àjita”.

Le cosiddette minnelle sono un chiarissimo richiamo alla storia della Santa, seviziata e torturata pur di non rinnegare la propria fede. È noto infatti che Agata fu imprigionata dal proconsole Quinziano, governatore a Catania nel III secolo d.C., uomo arrogante e spietato. Secondo le testimonianze storiche, Quinziano perse la testa per la ragazza, che però non aveva nessuna intenzione di concedersi a lui, avendo giurato fedeltà a Dio. Fu per questo motivo che ordinò che le venissero amputate le mammelle.

Prendono origine proprio da qui quei dolci così “scandalosi” e così buoni, che riproducono la forma del seno di una donna, in omaggio alla martire.

Il dolce ha una base di pan di spagna imbevuto di liquore, sopra il quale viene sistemato un dolce ripieno di ricotta di pecora lavorata con zucchero e gocce di cioccolato, il tutto ricoperto da una glassa di zucchero e, proprio al centro, una ciliegia candida a ricordare il capezzolo della donna.

E le olivette? Cosa rappresentano?

Questa storia, forse, è un po’ meno conosciuta. Si riferiscono sempre alla travagliata storia della Santa, che mentre era ricercata dai soldati di Quinziano, nel chinarsi per allacciare un calzare, vide sorgere davanti a sé una pianta di olivo selvatico che, con le sue grandi fronde, la nascose alla vista delle guardie e le diede i frutti per sfamarsi.

I concittadini di Agata, dopo il martirio, presero l’abitudine di raccogliere le olive prodotte dall’albero per conservarle o donarle come frutti miracolosi. L’albero che ricorda l’evento fu piantato nel 1926, nel XIII centenario della traslazione delle reliquie di Sant’Agata da Costantinopoli a Catania.

Le olivette sono dolci a forma di oliva, fatti di pasta di mandorla e ricoperti di zucchero colorato di verde.