Spento da un infarto il boss Stefano Ganci, fedelissimo di Totò Riina: vietati i funerali pubblici

Spento da un infarto il boss Stefano Ganci, fedelissimo di Totò Riina: vietati i funerali pubblici

PALERMO – Stava scontando l’ergastolo nel carcere di Parma, quando è stato colto da un infarto.

Si è spento così a 55 anni Stefano Ganci, uno dei fedelissimi di Totò Riina, anche se, per sciogliere qualsiasi dubbio, la procura ha disposto l’autopsia. Il boss era uno dei killer di Cosa Nostra, che conservava molti segreti sulle stragi mafiose.

Il questore di Palermo, Renato Cortese, ha disposto che, appena la salma rientrerà a Palermo, venga vietato il funerale pubblico.

Stefano Ganci era il figlio di Raffaele, capo del mandamento della Noce, e pure i suoi fratelli Mimmo e Calogero erano dei killer. Quest’ultimo, però, dopo l’arresto, aveva scelto di collaborare con la giustizia.

Stefano era stato condannato a vita per aver partecipato agli omicidi del consigliere istruttore Rocco Chinnici e del vicequestore Ninni Cassarà. L’uomo era stato anche condannato, a 26 anni, per aver fatto parte del commando che pedinò Paolo Borsellino la mattina della strage del 19 luglio 1992.