Circo, una vita girovagando tra arte e tradizione. La storia di Mia Orifici

Circo, una vita girovagando tra arte e tradizione. La storia di Mia Orifici

CATANIA – Animali, giostre, giocolieri, acrobati, si parla del circo. Un mondo che da sempre ha attratto artisti di tutto il mondo.

Il circo ha origini antiche e tra i più importanti d’Italia vi è quello della famiglia Orfei, che negli anni ’40 ha lavorato a stretto contatto con la famiglia Arata, di cui ha fatto parte Mia Orifici, ex acrobata 41enne paternese, che ha vissuto in prima persona l’esperienza circense, in quanto nipote del fondatore.

Alle sue origini, gli spettacoli avvenivano in piazze transennate, poiché gli attuali tendoni, che ormai sono il simbolo del circo, sono stati introdotti più avanti. Come oggi, anche una volta, erano animati dagli animali e dalle strepitose performance degli acrobati.

“La passione per il circo è nata praticamente con me, è qualcosa che senti dentro e che solitamente si tramanda da padre in figlio – afferma Mia -. È un mondo particolare, che ti dà la possibilità di vivere una vita diversa da quella che solitamente è considerata “normale”, di conoscere sempre tante persone e di stare a contatto con culture diverse. In una compagnia solitamente convergono artisti di ogni parte del mondo”.

I circensi sono soliti viaggiare, non hanno una dimora fissa, ma girano sui loro camper, ognuno dei quali talvolta rappresenta la tipica stanza di una casa, e i bambini non frequentano tutto l’anno la stessa scuola, ma hanno il permesso di cambiare classe anche ogni settimana. “Visto da fuori – dichiara l’acrobata -, sembrerebbe una vita difficile e sacrificata, ma se nasci in un questo mondo ti sembra tutto normale. Al contrario, vivere tra le mura di casa, diventa opprimente”.

Mettere su uno spettacolo richiede del tempo e tante prove. Gli allenamenti si svolgono principalmente la mattina presto in estate, a causa del troppo caldo, e in inverno anche il pomeriggio. “Si inizia molto presto, all’età di 5/6 anni, – continua Mia – perché i muscoli dei bambini sono molti elastici ed è più facile modellarli. Ho imparato quando avevo 6 anni, da artisti stranieri, il trapezio triangolare e già in pochissimi anni ero bravissima. Il primo debutto, però, lo feci a 16 anni. Mi sembrava di volare ed era un’emozione unica”.

Il circo non è solo lavoro, ma è anche famiglia. Infatti, anche le feste si trascorrono all’interno, perché tra i dipendenti non c’è solo un rapporto professionale, ma si crea un forte legame affettivo.

A differenza di quello che si potrebbe pensare, i circensi completano i loro corsi di studio come tutti i ragazzi della loro età. Infatti, sono molti istruiti e sanno parlare bene almeno due o tre lingue. Oggi esistono diverse accademie di circo in Italia, che formano a 360 gradi i giovani che vogliono avvicinarsi a questo mestiere.

“La vita da circo è una vita bella e particolare – conclude la circense -. Conosci sempre nuovi posti e ti confronti con tanti stili di vita. Insomma, una vita piena di conoscenza e di cultura”.