Lavoratori sempre più lontani dai sindacati, Crisci: “Lo sciopero ha perso la sua efficacia”

Lavoratori sempre più lontani dai sindacati, Crisci: “Lo sciopero ha perso la sua efficacia”

CATANIA – Sindacati, un organo istituzionale del nostro paese, erede delle Trade Unions britanniche e degli ateliers sociaux francesi del XIX sec., che ha come principale e fondamentale obiettivo quello di tutelare i diritti dei lavoratori. Una definizione che a prima vista sembrerebbe scontata, ma che in realtà non lo è, perché negli ultimi anni, contemporaneamente a quella che è una lunga e irreversibile crisi economica, il loro ruolo e il loro peso per adempiere alla loro funzione è diminuito parecchio. Tutto ciò anche a causa di diverse manovre da parte dello Stato che hanno fatto in modo che ciò accadesse e dei legami di alcuni dei loro componenti con organizzazioni potenti, che hanno come primo scopo quello di controllare nel migliore dei modi il sindacato per difendere i loro interessi. Di questo ne è un esempio la mancata unificazione delle tre sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil, negli anni ’70.

Nei mesi scorsi vi abbiamo diverse volte parlato del difficile rapporto tra le organizzazioni e la politicasoprattutto nel caso dei consorzi di bonifica, diventati negli ultimi vent’anni, uno strumento interamente nelle mani della Regione, il che mette spesso in difficoltà coloro che rappresentano i vertici. Ma oltre a questo esempio ve ne sono anche altri, come la vicenda della Pubbliservizi o le continue richieste di assunzione di personale negli ospedali. Tutte vicende che fanno comprendere come il diritto al lavoro sia stato sempre più accantonato negli ultimi anni, malgrado, secondo le stime di tre anni fa, i finanziamenti dello Stato ai sindacati ammonterebbero a circa un miliardo di euro.

La lontananza tra queste organizzazioni e i lavoratori ha avuto inizio in modo graduale e progressivo durante il boom economico del dopoguerra, precisamente negli anni 80, momento in cui lo Stato cominciò ad avvertire l’esigenza di rimpinguare le proprie casse. Da quel momento furono trascurate quasi del tutto la classe operaia con riforme che hanno snaturato totalmente l’identità dei sindacati.

Di questo ce ne da una conferma il segretario di Confintesa Catania Rosario Crisci, ospite della redazione di newsicilia, che ha ricostruito un vero e proprio excursus di questa lenta, ma inesorabile caduta dei sindacati italiani. “La situazione è peggiorata a partire dal 1985 – racconta Crisci –, quando venne votato il referendum sulla scala mobile, legato al potere d’acquisto per i lavoratori dipendenti e quindi all’inflazione reale. Per l’occasione Bertinotti si schierò contro e avvenne la spaccatura all’interno della Cgil. Nel 1990 arrivò l’autoregolamentazione dello sciopero, che limitò la presenza di lavoratori scioperanti, in quanto doveva garantire la produzione con del personale al lavoro. Da quel momento lo sciopero perse la sua efficacia perché erano presenti sempre meno persone nelle piazze. Nel 1992 venne promulgata la legge Amato, che stabilì il calcolo della pensione in base a due quote, quella dell’ultimo stipendio e quella degli stipendi degli ultimi 10 anni. Ma a partire dalla legge Dini del 1995 si è andati sempre più alla deriva, fino alla legge Fornero di qualche anno fa, che ci ha portati ai minimi storici”.

Le iniziative all’interno della Confintesa sono attualmente in corso d’opera, anche al fine di abrogare alcuni provvedimenti legislativi del passato che hanno avuto il solo effetto di imbrogliare i lavoratori dipendenti. Oltre a ciò si prospettano anche procedimenti giudiziari contro alcune illegalità.

Le motivazioni delle riforme degli ultimi trent’anni sono sotto gli occhi di tutti, ma non hanno portato mai al frutto sperato. “A causa di accordi capestro stipulati dai sindacati con la politica e con le imprese – conclude Crisci – non si è mai arrivati alla stabilizzazione dei lavoratori con contratti a tempo determinato. Le riforme furono approvate anche per bloccare il potere dei sindacati autonomi, ma quello che è palese è che tutte le organizzazioni hanno perso la loro efficacia e gli devono togliere i privilegi. Dagli accertamenti giudiziari all’interno della legge Mosca, del 1974, si è verificato come c’erano certificazioni risalenti all’età di 12 anni, cosa assurda, e tuttora costa alle casse dell’Inps 12 miliardi e mezzo di euro”.