La crisi, lo svago e i giovani: con l’euro divertirsi costa tre volte di più

La crisi, lo svago e i giovani: con l’euro divertirsi costa tre volte di più

CATANIA – Uscita con gli amici, mano al portafoglio, serata in allegria e poi nuovamente a casa. Ma quanto costa?

Che con l’Euro i prezzi siano aumentati è ormai cosa risaputa, specialmente per quanto riguarda i beni di prima necessità. Però un po’ di svago e divertimento non può essere negato a nessuno. 

In barba alla crisi e ai tempi difficili in cui si trovano oggi molte famiglie e ragazzi, si può dire che il costo di una serata in compagnia costa quasi il triplo rispetto ai tempi in cui la Lira era la moneta in circolazione nel nostro paese.

Ovvio, le possibilità per risparmiare esistono, come mangiare a casa o un “semplice” panino dal camioncino. Però, se si tiene conto di un’uscita in cui si va a mangiare e ci si concede l’opportunità di andare in qualche locale, il costo raggiunto con l’euro non tiene minimamente il paragone con quello di quando c’era il vecchio conio.

L’attenzione va puntata sullo svolgimento di una serata classica tra amici il sabato sera, spesso contornata di cena, preferibilmente una pizza, un salto in discoteca e un pezzo di colazione prima di tornare a casa.

Prima dell’avvento dell’euro bastavano circa 25mila lire, distribuite orientativamente in questo modo: 10mila per la cena, 10 per andare a ballare, 6 per il cocktail e mille per la colazione. Il tutto con la variante del parcheggio.

Oggi, invece, sono necessari circa 15 euro per la cena, 10 per la discoteca, 7 per il cocktail e 1 per la colazione: totale 33 euro. Al cambio quasi 60mila lire. Si parla di una spesa quasi tre volte superiore.

Un discorso che cambia poco anche cambiando il tipo di uscita. Anche i cinema, fatta eccezione per quelli che attuano delle scelte aziendali diverse e per i giorni in cui vengono effettuate delle promozioni, hanno aumentato nettamente il prezzo del biglietto. Se una volta con 5mila lire si poteva vedere il film che si preferiva, oggi si spendono 7-8 euro. A meno che non si scelgano dei giorni specifici per poter risparmiare qualcosa.

Ma, una riflessione e una domanda sorgono spontanee. Che sia anche questa lievitazione dei prezzi colpa della crisi? Che siano le tasse a costringere gli imprenditori ad aumentare le loro richieste?

Parlando con chi ha assistito al cambio monetario, infatti, sembra esserci qualche piccola falla nel sistema: gli stipendi sono l’unica cosa che non è cambiata. Al netto, se prima in busta paga ci si ritrovava con 2milioni di lire, oggi sono circa mille euro, più o meno la stessa cifra.

Pochi, pochissimi per chi deve mantenere una famiglia in cui lavora una sola persona.