Al Teatro Piscator Leo Gullotta ricorda il genio artistico di Michele Abruzzo

Al Teatro Piscator Leo Gullotta ricorda il genio artistico di Michele Abruzzo

CATANIA – “Era un uomo di un’umanità elegante e perbene”. Queste le parole piene di sentimento e passione pronunciate da Leo Gullotta durante la serata d’onore dedicata a Michele Abruzzo, che insieme a Mario Giusti e Turi Ferro fu l’artefice della nascita del nostro Teatro Stabile.

Cornice dell’incontro, coordinato dal giornalista Nello Pappalardo e voluto dalla figlia Paola e da Eduardo Saitta, il Teatro Erwin Piscator. Presenti in sala molti attori della Compagnia Dafni diretta da Paola Abruzzo, gli attori della Compagnia del Teatro dei Saitta, Aldo Mangiù, Salvo Saitta, Orazio Torrisi del Teatro Brancati, la signora Lena Sedita Abruzzo moglie del compianto attore e tanti amici che hanno apprezzato l’arte e lo stile di Michele Abruzzo, figura storica della nostra tradizione teatrale. “Ho trascorso dieci anni della mia vita al suo fianco – racconta affettuosamente Leo Gullotta protagonista di quest’incontro davanti a una gremita platea attenta e partecipemi emozionava vedere come cercava l’anima del personaggio che doveva rappresentare facendolo diventare qualcosa di proprio, senza limitarsi ad uno studio superficiale ed approssimativo”.

Ed ancora aggiunge: “Non è stato semplicemente un Maestro d’arte ma un amico, a lui devo parte della mia formazione artistica iniziata ancora prima che decidessi di fare questa professione. Mi spiace che i giovani non conoscano i nomi degli uomini della nostra cultura, perché il futuro si costruisce sulla memoria del passato”.

Visibilmente emozionata e con gli occhi lucidi Paola Abruzzo, ringraziando per questo tributo alla memoria del padre, fino ad oggi mai ricordato se non da chi l’ha amato, dichiara: “La mia vita è legata al palcoscenico indissolubilmente, poiché mia madre mi diede alla luce durante una tournee con tutta la compagnia che aspettava il mio arrivo dietro la porta”. Ed ancora aggiunge: “Ho assistito per la prima volta ad uno spettacolo di mio padre accovacciata in una sediolina dietro le quinte all’età di un anno e mezzo. Rimasi immobile e rapita guardando entusiasta tutto quello che accadeva”. Una vita spesa per il teatro e per il palcoscenico vissuta con impegno e devozione fino all’ultimo e mai come semplice lavoro. “Sarebbe bello – spiega Orazio Torrisi chiamato sul palco poco prima dei saluti finali – che fosse istituito un premio teatrale al genio artistico di Michele Abruzzo e spero che da quest’incontro possano nascere le basi per poter realizzare il progetto”.

Elisa Guccione