Robert Miles: un arrivederci al re della trance music

Robert Miles: un arrivederci al re della trance music

Oggi è una splendida giornata. Sento già nell’aria l’arrivo imminente della bella stagione e me ne rallegro, penso poi che il sole di maggio sia davvero un toccasana perché in grado di scaldare corpo e anima portando via con sè il gelo che l’inverno ci ha lasciato addosso. Oggi ho veramente molte cose da fare ma nel rimettere ordine a tutti gli impegni schedati nella mia mente vengo catturata da qualcosa. Mi fermo con la macchina e penso che in fondo nella vita i minuti che perdiamo per qualcosa che ci fa stare bene sono in realtà attimi di benessere guadagnati. Abbasso i finestrini dell’auto e senza accorgermene permetto al vento di parlarmi attraverso i suoi fluttuanti respiri. Chiudo gli occhi ed è tutto un suono di colori quello che sento. I fiori e le tante foglie diverse del prato si agitano in una danza antica quasi come una festa e gli alberi maestosi sembrano fare da spalla al mondo infinitamente piccolo come per esempio da supporto ai minuscoli rami dell’edera che si aggrappano ai forti tronchi e d’altro canto ringraziano il mondo infinitamente alto, come questo cielo immenso che li circonda. Guardo oltre e vedo una bambina che saltella giocando insieme ad altri bambini, mi riconosco: sono io. La mia mente sembra aver conservato bene nel cassetto dei ricordi i momenti di spensieratezza, quei momenti magici che non torneranno più. Oggi il sig. Internet ha ormai preso il posto dei saltelli e il cellulare, apparecchio infernale, ha rubato con le sue suonerie le grida dei bambini che ormai non si vedono più giocare in giro. Eppure so che dentro ogni adulto si nasconde il bimbo o la bimba che siamo stati e che forse siamo ancora, perché in fondo l’animo non cambia mai, resta immutato, giovane, allegro.

Lo sapeva bene anche Roberto Concina che sotto lo pseudonimo di Robert Miles, nel 1995 aveva fatto ballare il mondo intero con la sua “Children”. Era un lungo viaggio verso la casa dalla quale proveniamo, un conto alla rovescia che ci vedeva andare indietro nel tempo anziché avanti. Ed eri li, proiettato in quella musica trance, quella musica elettronica capace di indurti a delle sensazioni di estasi, che solo lui sapeva fare quella stessa musica che non ha più visto albori ma che apparteneva a quel tempo e basta.

Robert aveva abbandonato gli studi all’età di 17 anni per dedicarsi interamente alla musica. E lo fa per primo come speaker di una radio e poi come DJ nel mondo: Berlino, Francia, Los Angeles. Lui è stato il bambino che ha scritto la “Favola” da raccontare agli altri di bambini sulla pista da ballo. La sua “Fable” dall’album Dreamland era un invito a raggiungere “l’Isola che non c’è” di Peter Pan: “tell me a fable, a fable that will never end and now i dream…” “raccontami una favola una favola che non finirà mai e adesso io sogno…”.

Aveva scritto anche di principesse di luce in “Princess of light”, di quelle che vedeva solo nella sua immaginazione e sentiva in ogni nota della sua musica. Raccontava persino di mondi lontani come in “Fantasya” dove tutto è magico e dove ogni cosa prende vita. In “My dreams” sognava i suoi di sogni e li traduceva in musica per regalarli a noi perché pensassimo che la vita stessa sia un sogno ma uno di quelli meravigliosi. Nel brano “Freedom” dove il protagonista è un bambino che solo e stanco di stare in quel mondo di umani che poca importanza gli dà né tanto meno ascolto, si addentra in un mondo fantastico seguito da una “fata madrina” che col candore delle sue ali illumina la strada del sentiero che lo porterà ad essere un uomo migliore. Perché tutti in fondo siamo liberi di essere davvero migliori.

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Robert ci ha creduto. Lui che è stato un bimbo, un uomo, un Dj, il re della trance music. Deciderà di entrare per sempre in quel regno che lui tanto aveva sognato e lo fa il 9 Maggio del 2017 a soli 47 anni. In fondo la vita è veramente un sogno e niente è come sembra. Sospiro, riapro gli occhi. Oggi è proprio una bella giornata.