Finanziaria regionale, pareri a confronto

Finanziaria regionale, pareri a confronto

PALERMO –  Sono tanti e discordanti i pareri sulla Finanziaria approvata dall’Ars. Qui di seguito riportiamo le dichiarazioni delle varie parti interessate.  
 
Il capogruppo di Alternativa Popolare, Nino D’Asero: 
 
Una Finanziaria di rigore, in tutti i sensi. Perché è stata necessariamente magra, scarna, e, quale nota dolente, perché è stata approvata nell’ultimo istante utile, dopo quattro mesi in cui la Sicilia è stata costretta all’esercizio provvisorio. Molto è stato rinviato al Collegato che approderà in Aula il prossimo 9 maggio e che ospiterà provvedimenti importanti. Ma la legge approvata stamattina, quantomeno, garantisce i trasferimenti agli enti locali, interverrà positivamente sulle problematiche degli dell’Iridas, degli allevatori, fra le altre cose, istituisce fondi per i disabili gravi sia fisici che psichici e per gli interventi a favore dei siciliani colpiti da gravi calamità naturali o incendi, riporta gli sportellisti al lavoro, potenziando il centro regionale per l’impiego. Resta da intervenire cospicuamente in favore della Sicilia che produce: a sostegno, insomma, della piccola e media impresaOra starà a noi vigilare a che l’approvazione del Collegato passi sempre per le legittime aspettative dei siciliani”.
 
L’UGL autonomie locali Sicilia ribatte:
 
“La montagna Ars ha partorito l’ennesimo topolino. Siamo notevolmente preoccupati per il fondo pensioni dopo l’approvazione di uno degli articoli cardine della più triste finanziaria regionale nella gloriosa storia dell’Ars. È infatti impossibile rimanere in silenzio di fronte ad un’operazione che riteniamo pericolosa per il futuro del fondo stesso, a partire dal mancato versamento delle due prossime annualità pari a 118 milioni di euro. Non si possono barattare le pensioni e le liquidazioni dei dipendenti regionali con degli immobili, la cui manutenzione è ferma da diverso tempo anche in considerazione del fatto che se l’iniziativa andasse a buon fine sarebbe a totale carico del fondo, per di più con una valutazione di mercato che risale al 2007. Neanche il braccio di ferro parlamentare, durato 48 ore, che seppur in apparenza ha migliorato il testo, è riuscito a sventare questa manovra azzardata. In questo modo si sta mettendo a repentaglio la sostenibilità del fondo in questione condizionandone la liquidità di cassa all’alienazione di cespiti di dubbia resa reddituale, soprattutto in questa fase in cui vi è una proiezione di quasi 5 mila pensionamenti nel comparto non dirigenziale e 600 dirigenti, entro il 2020. Se  questi immobili non riusciranno a dare un’adeguata redditività o saranno fuori dal mercato immobiliare,  come si farà a garantire la pensione ai dipendenti?”.
 
Il sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando: 
 
“La revoca della norma che aveva già portato ad alcuni provvedimenti di decadenza dei sindaci nei comuni che non avevano approvato i bilanci, è un segnale di lungimiranza da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana. Peraltro permetterà  di fermare i contenziosi già avviati e che rischiavano di creare un vero e proprio cortocircuito istituzionale. Non possiamo che sottolineare il positivo ruolo di garanzia dei corretti rapporti fra istituzioni svolto dal presidente Ardizzone, che si è adoperato perché si giungesse ad un provvedimento di civiltà giuridica”.