Mascalucia, bimbo sbranato dai doghi argentini: madre condannata a 18 mesi

Mascalucia, bimbo sbranato dai doghi argentini: madre condannata a 18 mesi

MASCALUCIA – “Con i tempi della giustizia italiana, avrebbe significato rivivere la perdita del figlio per anni”.

Ha esordito così l’avvocato Fabio Cantarella, difensore di Stefania Crisafulli, madre del piccolo Giorgio ucciso a morsi da uno dei due doghi argentini nella propria villetta in via del Bosco. Oggi infatti è arrivata la risposta affermativa del Gup Francesca Cercone in merito al patteggiamento della pena della donna, che è stata condannata così a 18 mesi di reclusione per omicidio colposo. La scelta è stata condivisa anche dal legale Cantarella, per evitare appunto “altre sofferenze”. Una decisione sicuramente provocata dalla voglia di evitare a tutti i costi di ricordare quel tragico evento.

Accadde tutto in un attimo: Il giorno dopo ferragosto, la donna, mentre giocava in giardino col figlio tenendolo in braccio, non è riuscita a sottrarlo ai morsi improvvisi e violenti di uno dei due doghi di sua proprietà. I sanitari lo hanno trovato cianotico, con ferite al petto, alla schiena e al collo. Invano hanno cercato di rianimarlo, poiché durante il tragitto per mezzo di elisoccorso, Giorgio ha perso la vita.

Per Stefania Crisafulli era già caduta l’accusa per il reato più grave, quello di abbandono di minore, inizialmente contestatole e richiesto dal procuratore Carmelo Zuccaro e dal sostituto Fabrizio Aliotta. “Noi ci siamo battuti al fine di far cadere l’accusa ingiusta di abbandono di minore. Abbiamo dimostrato anche con il supporto di numerosissimi filmati che da parte della mamma non c’era alcuna consapevolezza di aver esposto il figlio a un rischio” ha detto l’avv. Cantarella.

La Gup Francesca Cercone, inoltre, ha ordinato la distruzione dei vestiti macchiati di sangue che indossava Giorgio il giorno della sua morte, restituendo il sistema di video sorveglianza ai genitori (inizialmente sequestrato).

Non solo: è stata decisa anche la sorte dei due doghi argentini. Si parlava di un possibile affido dei cani, Asia e Macchia, femmina di otto anni e figlio maschio di tre, ad un’associazione animalista dedita alla rieducazione degli animali. Così effettivamente è stato: Asia e Macchia resteranno insieme ed il marito di Stefania, non dichiaratosi parte civile, ha formalmente dichiarato la rinuncia alla proprietà del cane femmina.