A Catania inaugurato il nuovo anno giudiziario. Problemi e aspettative

A Catania inaugurato il nuovo anno giudiziario. Problemi e aspettative

CATANIA – Quasi un anno fa, la presidente facente funzioni della Corte d’Appello, la dott.ssa Tafuri, apriva l’anno giudiziario con una corposa relazione che lamentava situazioni disastrose degli uffici etnei, strutture insufficienti, condizioni indecorose degli immobili adibiti alle attività di giustizia, in particolare il Tribunale per i Minori e quello di Sorveglianza ma decantando, dall’altro lato, l’utilità della formazione prevista sia per i magistrati dalla Scuola Superiore della Magistratura, per il personale dell’amministrazione giudiziaria con la Scuola del Ministero della Giustizia per la Formazione e l’Aggiornamento presso la sede di Catania e, soprattutto, per gli avvocati grazie al prezioso apporto del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.

Un aspetto di criticità sollevato era stato quello, poi, dell’assorbimento presso il Tribunale di Catania dei procedimenti provenienti dalle soppresse sezioni distaccate con esubero del carico giudiziario e della mole di lavoro, trattandosi di casi che spesso necessitano di nuovi studi e integrazioni istruttorie. Ora, con l’inaugurazione oggi del nuovo anno giudiziario, non si può sostenere che vi siano stati dei miglioramenti relativamente alle risorse materiali del Tribunale di Catania e delle strutture giudiziarie in genere, né che sia diminuito il numero dei processi, in quanto il problema dell’eliminazione delle sezioni distaccate continua a rappresentare una piaga e un evidente motivo di rallentamento per lo stato dei contenziosi.

Molte sono, tuttavia, le note positive registrate lo scorso anno. A cominciare dal lavoro e dalla costante opera di miglioramento e di aggiornamento del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania che, continuando a farsi promotore di una preziosa formazione della professione forense, per tutto il 2016 ha sviluppato proposte tese anche ad avvicinare i servizi di consulenza degli avvocati ai privati cittadini, consentendo loro una più agevole fruizione degli strumenti legali. Ricordiamo, tra gli altri, lo Sportello per il cittadino, l’Osservatorio Permanente degli Uffici giudiziari e i progetti relativi alla creazione della Camera Arbitrale e dell’Organismo per la composizione del sovrindebitamento.

Da sottolineare, poi, che proprio grazie alla spinta del Consiglio Forense, anche la Sicilia può finalmente vantare un Garante per l’infanzia e per l’adolescenza, nella persona di Luigi Bordonaro e questo rappresenta indubbiamente un successo per il sistema della giustizia. Quanto alle indagini e ai processi più importanti che hanno impegnato le sezioni penali, il 2016 è stato definito un anno rovente per boss e colletti bianchi che ha impegnato, non poco, le aule del Palazzo di Giustizia: dall’inchiesta Brotherwood che lo scorso anno ha svelato i presunti intrecci tra mafia, massoneria e imprenditoria, all’arresto di Aldo Ercolano indicato come il nuovo vertice della mafia catanese, al maxi processo denominato “I Vicerè” con al centro la famiglia Laudani e il cosiddetto triangolo criminale degli omicidi Paternò-Biancavilla-Adrano; ancora, l’inchiesta Enigma che vede imputati i componenti delle famiglie mafiose di Misterbianco e Lineri e il processo Ippocampo contro la famiglia Mazzei.

Numerosissimi anche i processi riguardanti imprenditori e politici: dall’editore Mario Ciancio, il cui proscioglimento per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è stato annullato dalla Cassazione che ha accolto il ricorso della Procura, al processo di secondo grado a carico di Raffaele Lombardo, già condannato dal Gup Marina Rizza a sei anni e mezzo. Si è concluso, inoltre, il processo sul Bilancio del Comune di Catania (stralcio abbreviato), la cui sentenza è attesa per i prossimi mesi, con il coinvolgimento dell’ex sindaco Stancanelli e di ex e attuali funzionari di Palazzo degli Elefanti. Si sono, infine, concluse le indagini riguardanti l’ex presidente del Catania Calcio Pulvirenti che hanno portato agli arresti domiciliari dello stesso sulle presunte partite truccate, il cui procedimento denominato “I Treni del Gol” prenderà avvio nell’anno in corso, unitamente a quello riguardante il crack della compagnia aerea Windjet, sempre del Pulvirenti, che ha concluso nel 2016 le fasi dell’udienza preliminare.

Da segnalare, altresì, per tutto lo scorso anno e così com’era stato registrato nel 2015, l’accresciuta produttività dei giudici civili con un aumento dei relativi giudizi, anche per effetto dell’afflusso inarrestabile dei procedimenti relativi al riconoscimento dello status di protezione internazionale con al centro la materia dell’immigrazione che continua ad essere una reale emergenza. Molteplici sono state, poi, le novità legislative che si sono succedute durante l’anno appena trascorso. Tra le più rilevanti, il decreto legge 168/2016 che ha riformato il processo civile nel tentativo di garantire l’efficientamento della giustizia e di ridurre le lungaggini giudiziarie e i regolamenti inutilmente complicati, oltreché con l’obiettivo di armonizzare gli strumenti del processo amministrativo telematico con il codice dell’amministrazione digitale che, tra le varie prescrizioni, estende agli avvocati l’attestazione dell’efficacia probatoria della copia per immagine di documenti cartacei con una riduzione, quindi, dei formalismi e degli atti scritti; il decreto ha, anche, dettato misure sulla ragionevole durata del ricorso per Cassazione novellando l’art. 375 cpc, nonché sui procedimenti per la decisione in Camera di Consiglio e sulla procedura di correzione di errori materiali che avranno tempi molto più brevi. Ancora, il d.l. n. 59/2016 riguardante le procedure esecutive immobiliari, il cosiddetto decreto banche, che ha perseguito la finalità di rendere più veloci i pignoramenti immobiliari, agevolando in pratica i creditori più forti e ha stabilito per le aste giudiziarie che il Tribunale può disporre non più di tre esperimenti di vendita e qualora dovessero andare deserti, il magistrato può eventualmente prevedere una quarta asta che resta, comunque, facoltativa con un ribasso del prezzo dell’immobile fino al 50%; la legge Cirinnà sulle unioni civili (l. 76/2016) che ha equiparato ai coniugi, i componenti dell’unione di fatto anche ai fini previdenziali e assistenziali; il ddl Gelli per la riforma della responsabilità medica sia penale che civile che ha previsto nuove forme di tutela per il medico e delle vie più rapide per i pazienti che intendono ottenere un risarcimento per i danni cagionati dal sistema sanitario; il decreto 126/2016 che ha introdotto la SCIA unica con il nuovo art. 19-bis della legge n. 241/1990 sulla “Concentrazione dei regimi amministrativi”, con l’intento di semplificarne il procedimento per talune tipologie di attività; il d.Lgs n. 175/2016, c.d. T.U. Partecipate, che ha ricondotto la materia in questione alla disciplina civilistica, stabilendo l’applicazione alle società a partecipazione pubblica delle norme sulle società contenute nel codice civile e di quelle generali del diritto privato. È chiaro come tutte le suddette riforme abbiano inciso sullo svolgersi dei giudizi che nella maggior parte dei casi, pur essendo aumentato il carico di lavoro, ne hanno tratto beneficio essendo stati esitati più rapidamente e con un numero concentrato di udienze di trattazione.

Si è, infine, indubbiamente, registrato un aumento dei procedimenti relativi ai reati di stalking, di femminicidio, di bancarotta fraudolenta e inerenti alla materia edilizia che rappresentano le questioni più spinose per la nostra società e resta, purtroppo, fermo l’incremento, soprattutto tra i giovanissimi, dei reati di spaccio e detenzione di stupefacenti. Al di là dei dati puramente statistici, si auspica un rinnovamento delle carenze logistiche degli uffici del Palazzo di Giustizia e sedi connesse, un’informatizzazione del settore penale che diluirebbe non poco le difficoltà operative e, con riferimento al settore civile, che la possibilità di accedere alla mediazione civile e commerciale non venga percepita come una perdita di tempo ma rappresenti una valida alternativa alle tradizionali vie giudiziali tesa ad alleggerire il numero dei processi.

Elena Cassella