Ecco Modex 2016, esercitazione antisisma nel Belice. Ma i vigili del  fuoco etnei sono esclusi. I documenti rivelatori.

Ecco Modex 2016, esercitazione antisisma nel Belice. Ma i vigili del fuoco etnei sono esclusi. I documenti rivelatori.

CATANIA – La ferita sarà riaperta. Per imparare a ricucirla meglio, meglio possibile. Ormai è tutto pronto, là dove il 14 e 15 gennaio del 1968 un violento sisma devastò la Valle del Belice. Nella vecchia Poggioreale, la Città Fantasma definitivamente disabitata, e fra i ruderi di Montevago, due dei centri più colpiti dalle scosse che, nella fase più aggressiva, quella di magnitudo 6.1, furono avvertite fino a Pantelleria, si svolgerà un’imponente esercitazione.

È Modex 2016, nel territorio agrigentino dal 4 al 7 ottobre.

“L’esercitazione ipotizza che un violento sisma ha colpito un vasto territorio di un paese immaginario dove i servizi di soccorso locali non riescono a garantire le richieste di soccorso e l’assistenza alle popolazioni”, è spiegato nei documenti ufficiali della Direzione Regionale per la Sicilia dei vigili del fuoco.

La Commissione Europea ha affidato l’organizzazione dell’esercitazione alla Falck, una società olandese attiva in diversi campi, tra cui la prevenzione incendi, la formazione antincendio e USAR, acronimo di Urban Search And Rescue (ricerca e salvataggio urbano), il progetto che ha creato squadre specializzate nelle attività di soccorso fra le macerie provocate da eventi sismici, esplosioni, crolli o dissesti statici e idrogeologici.

I fondi per la realizzazione degli scenari, per l’organizzazione e per le spese delle squadre USAR straniere partecipanti (180 operatori provenienti dall’Algeria, dal Belgio e dall’Olanda) sono a carico della Falck. Le spese per il trattamento di missione e straordinari del personale italiano sono a carico del Comando nazionale dei vigili del fuoco.

Per i vigili del fuoco etnei non sarà necessario spendere un centesimo. Perché di vigili del fuoco etnei non ve ne sarà uno. Nemmeno uno.

“A partire dal mese di Giugno – si legge testualmente nel documento coi dettagli dell’operazione ­- squadre dei Comandi di Agrigento, Palermo e Trapani e personale dei mezzi di movimento terra dei Comandi di Palermo ed Enna hanno lavorato sui siti di Poggioreale e Montevago per la realizzazione degli scenari USAR. Al momento sono stati realizzati circa 23 scenari sui quali si eserciteranno le squadre USAR internazionali. Gli scenari sono stati realizzati per la maggior parte presso i ruderi di Poggioreale (21 postazioni), mentre i restanti sono ubicati a Montevago e nel territorio del comune di Poggioreale”.

Il Comando di Catania non è stato coinvolto. Nè lo sarà. Saranno soltanto i vigili del fuoco di Agrigento, Enna, Palermo e Trapani ad esercitarsi. Ad esercitarsi per agire nel migliore dei modi nelle zone colpite dai terremoti.

Come se Catania non appartenesse alla zona definita a rischio sismico 1, il maggiore. Purtroppo, non è così. Il territorio di Catania, tutto, dall’Etna fino alla costa bagnata dallo Jonio è ad alta pericolosità. Ed i vigili del fuoco sono i professionisti che più di tutti dovrebbero essere messi nelle condizioni di operare al meglio.

Ma l’organico ridotto all’osso non permette il distaccamento di personale per partecipare all’importantissima esercitazione. Nessuna formazione per un Comando sempre più distante dalle grazie di quello regionale che ha sede a Palermo e dimenticato da quello nazionale.

Guardate le tabelle che abbiamo la possibilità di mostrarvi.

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Raccontano alla perfezione lo stato delle cose. La Sicilia è la regione che necessita più di tutte le altre di straordinari per sopperire alla carenza di vigili permanenti. Ma spremere il personale non basta. Si ricorrerà anche ai “Precari usa e getta”, così come sono stati definiti più volte dall’Usb, che ne rivendica da tempo l’assunzione. Ecco un altro documento che fotografa la situazione.

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Dopo la Toscana (198 richiami), la Sicilia è la regione che utilizzerà a tempo determinato la schiera di vigili che agognano di essere inseriti stabilmente nell’organico, ma che vengono lasciati appesi perennemente ad un filo. E colpisce come ormai sembri essere una consuetudine accettata supinamente da chi amministra il Comando regionale, tanto da scrivere nel documento che dettaglia Modex 2016 “I Comandi della regione saranno autorizzati al richiamo di personale in straordinario per coprire le carenze generate dalla partecipazione del personale all’esercitazione”.

Come se fosse la cosa più ovvia avere “carenze generate dalla partecipazione del personale all’esercitazione”. Si fa una esercitazione ed i Comandi siciliani vanno in tilt. Sono autorizzati ad andare in tilt. Con quello di Catania che in tilt lo è al punto tale da non poterci manco partecipare all’esercitazione.

Catania, che se dovesse avere bisogno dell’intervento di sub in emergenze notturne, dovrebbe attendere che giungano da Palermo, perché il nucleo sommozzatori è al lumicino, quei pochi rimasti possono agire solo nelle ore di ufficio. Le emergenze, si sa, timbrano il cartellino…

Catania, che ha strutture e mezzi imploranti pietà. Catania, che vantava un fiore all’occhiello del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, quel nucleo operativo dei terremoti lasciato appassire. Non un vigile, uno, parteciperà a Modex 2016.

“L’esercitazione organizzata in Sicilia – si specifica sempre nel documento ufficiale -­ si pone l’obiettivo di testare l’applicazione delle Linee Guida INSARAG (International Search and Rescue Advisory Group, cioé gruppo internazionale specializzato nella ricerca e salvataggio, nda) e la capacità di risposta dei Team in attività di ricerca e salvataggio condotte in presenza di temperature elevate”.

E di operatori catanesi non ve ne sarà l’ombra.

Ovvio.

Alessandro Sofia