“A festa d’a Bammina” di Ognina

“A festa d’a Bammina” di Ognina

franz_cannizzo

CATANIA – Cartoline dello scorso secolo, sino a metà del Novecento scattate nel porticciolo di Ognina e che reintroducono, dopo la parentesi di Agosto, la rubrica “Scatti di Memoria“, la festa della Madonna di Ognina, una delle rappresentazioni religiose più partecipate di Catania, che si svolge come ogni anno in questi giorni. 

È conosciuta anche con il nome popolare di “A festa d’a Bammina” (la festa di Maria bambina) e si celebra nel Borgo marinaro di Ognina Catania, nella settimana attorno all’8 settembre, giorno della Natività di Maria. Questa celebrazione, che affonda le radici in tradizioni antichissime, richiama una moltitudine di fedeli e curiosi che giungono anche da altre zone della Sicilia. Un tempo gli abitanti del quartiere acquistavano un abito nuovo da indossare per questa particolare occasione. Uno dei momenti di più alta suggestione è la processione delle barche pavesate e illuminate che accompagnano la Madonna a mare, dal golfo di Ognina alla scogliera. 

Mazzi di fiori vengono gettati in acqua in onore dei caduti del mare. Al suo rientro la “Bammina” viene accolta da una festa di fuochi pirotecnici. Tra gli eventi collaterali la tradizionale Sagra del Pesce Azzurro.
Con vera Fede, evviva la bella Madre di Ognina“. 
Questo il grido di saluto ritmato ripetuto due volte dai Mastri di Festa e dalla folla di devoti attorno al fercolo nel giorno della processione della Madonna nel mare e nel quartiere di Ognina. Si tratta di un saluto che racchiude tutta la carica della pietà e della religiosità popolare della gente Ogninese e di coloro che lungo i secoli hanno coltivato e coltivano con grande devozione il culto alla Vergine di Ognina. Moltissimi i pellegrini dalla città di Catania, dai paesi etnei e da località lontane che si avvicendano nel tempio sacro, specie in settembre nei giorni della Festa. Svariati e continui gli ex voto in ringraziamento per le grazie ricevute e i miracoli compiuti. 
È preparata nel corso dell’anno da un Comitato ad hoc – formato da pescatori e da operatori pastorali – ed è guidato dai Sacerdoti della Parrocchia. Sette le manifestazioni religiose e folkloristiche più tipiche e significative.

Il triduo. Le varie tematiche in preparazione alla Festa si ispirano ogni anno ad argomenti inerenti alla pietà-religiosità popolare in dimensione teologico-ascetico-pastorale (la catechesi, la missione, la comunio­ne ecclesiale, il servizio etc.).

La svelata. Alle ore 8 del giorno 8 settembre la Madonna incoronata e illuminata appare sull’altare maggiore alzandosi lentamente dalla parte del Tabernacolo quasi a significare l’intima unione tra la Vergine Santa e l’Eucaristia.

La consacrazione delle fami­glie. Attraverso i bambini che offrono fiori, ogni nucleo familiare si consacra e si mette a disposizione dei bisogni della famiglia della Madonna che è la parrocchia missionaria nel quartiere.

La sagra del pesce azzurro. La sera del sabato e della domenica antecedenti la festa i pescatori in Piazza Ognina imbandiscono una grande tavolata e offrono a tutti pesce arrostito. Durante l’anno i pescatori di molte barche riservano in do­no alla Madonna la cosiddetta mezza parte del pescato di uno di loro, considerando la Madonna come membro di equipaggio. Il ricavato viene offerto per la riuscita della Festa.

La gara delle barche. Nel primo pomeriggio dell’8 settembre si svolgono nelle acque del Porto le gare delle barche. Le squadre provenienti anche da altri quartieri si allenano nei giorni precedenti alla Festa. Le barche portano i colori azzurro e rosso del manto della Madonna e vengono utilizzate solo per le gare. Si tratta di una manifestazione suggestiva di grande sapore folkloristico.

La processione in mare. Il sabato successivo all’8 settembre. Splendida manifestazione di fede mista alla cultura e al floklore locale: la folla aggrappata alle rive e agli scogli del Golfo, le barche e i pescherecci pavesati a festa, i canti, le preghiere e i lumini di diverso colore accesi e galleggianti sulle acque del mare hanno un fascino tutto speciale, una màlia che sa di mistero.

La processione nel quartiere. La domenica successiva. Il simulacro posto sulla «Vara» adornata di luci e di fiori percorre le vie del Borgo fermandosi davanti alle abitazioni degli ammalati più gravi, le case-famiglia dei portatori di handicap, le comunità ecclesiali di base, le strade e i luoghi tipicamente popolari dove si annidano i bisogni più gravi e urgenti del quartiere.

La piccola chiesa di S. Maria di Ognina, con il prospetto rigoroso ed essenziale, sorge nella piazza che dolcemente degrada verso il mare. L’origine della chiesa è molto antica; nell’elenco dei tributari del Vaticano (anno 1308) si trova il titolo di Santa Maria di Lognina. 
Nel 1676 fu visitata dallo storico Giovanni Andrea Massa che rimase estasiato dalla bellezza del tempio. Dopo il terremoto del 1693 venne ricostruita sullo stesso luogo della basilica precedente (forse con la facciata orientata diversamente). Il simulacro della Vergine Maria, che si venerava nel Seicento e nel Settecento, venne distrutto da un incendio nel 1885. Per un periodo di tempo si espose alla venerazione dei fedeli un’immagine in cera della Madonna Bambina. Nel 1889 venne prodotta l’attuale statua lignea. Non resta che darci appuntamento nella scogliera di Catania.