Sequestro di beni per 1,5 mln di euro a famiglia mafiosa di San Giuppe Jato

Sequestro di beni per 1,5 mln di euro a famiglia mafiosa di San Giuppe Jato

PALERMO – I carabinieri del nucleo investigativo di Palermo hanno eseguito un provvedimento di sequestro di beni per un valore complessivo di circa 1,5 milioni, emesso del Tribunale di Palermo-Sezione Misure di Prevenzione

Parliamo di un vero e proprio patrimonio composto da un appartamento a Palermo, 2 case a San Giuseppe Jato, un appezzamento di terreno con annesso fabbricato sito in San Giuseppe Jato, un appezzamento di terreno a Monreale;una villa a San Giuseppe Jato, una multiproprietà nell’isola di Capo Rizzuto e 30 rapporti bancari.

Nell’occhio del ciclone resta l’ormai defunto Giuseppe Brusca nato a San Giuseppe Jato, che era stato arrestato nel dicembre 2010 proprio in seguito all’operazione Jato Storm Bis.

Il risultato di oggi deriva da una serie di indagini patrimoniali consequenziali proprio all’operazione “JATO STORM BIS” che partì nel novembre del 2009 e che aveva consentito di trarre in arresto numerosi personaggi facenti parte delle famiglie mafiose della valle dello Jato.

Nell’ambito di tale operazione Giuseppe Brusca, zio del noto collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, è stato arrestato e rinviato a giudizio nel giugno del 2010 per la partecipazione all’associazione mafiosa e, in particolare, per avere svolto, almeno fino al novembre del 2009, un ruolo attivo quale punto di riferimento nel territorio di San Giuseppe Jato per l’imposizione del “pizzo”. A ciò si aggiunge il costante collegamento con altri associati in libertà, l’organizzazione e partecipazione a riunioni ed incontri con esponenti di altre famiglie mafiose finalizzati alla trattazione di affari illeciti e la gestione delle controversie che avevano interessato altri uomini d’onore come Giovan Battista Vassallo, Salvatore Vassallo, Stefano Vassallo e Angelo Lo Voi.

Il sequestro di oggi è stato possibile in virtù del D.L. 94/2009, normativa introdotta ancor prima della c.d. “Legge Antimafia”, con la quale è consentito di avanzare una richiesta di applicazione della sola misura di prevenzione patrimoniale anche in caso di morte del soggetto proposto per l’applicazione.

La complessa attività investigativa patrimoniale, svolta attraverso minuziosi accertamenti sui beni ritenuti riconducibili al predetto ma formalmente intestati ai suoi eredi, ha consentito di individuare e sequestrare, un patrimonio illecitamente accumulato, costituito dai seguenti beni che non sono legittimati dai redditi percepiti.