CISL : “Costruzioni, zero investimenti? Colpa di politica e burocrazia”

CATANIA – “Piano urbanistico attuativo (Pua), Corso dei Martiri, strada Libertinia: investimenti pubblici o privati che siano, la politica e la burocrazia affossano tutto”. È la denuncia di Nunzio Turrisi, segretario generale della Filca Cisl di Catania, che non risparmia accuse per lo stato di profonda crisi in cui versa il settore delle costruzioni.

L’occasione è stata offerta dal consiglio generale della federazione che si è tenuto ieri alla Scuola Edile di Catania, davanti al segretario nazionale Salvatore Scelfo e a quello regionale Santino Barbera. Per la Cisl etnea, il segretario territoriale Rosario Pappalardo. Il pensiero di tutti era rivolto al drammatico gesto dell’ex operaio edile che ha tentato di darsi fuoco in piazza Risorgimento alcuni giorni fa.

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Ed ecco la lunga lista di opere rinviate o in attesa di un intervento risolutivo per sbloccare investimenti privati. Attese o rinvii che hanno contribuito ad affossare il settore.

Pua Catania sud. «Apprendiamo solo dai giornali che il consiglio regionale urbanistica ha espresso parere favorevole – dice Turrisi – ma non ci è dato sapere quale documento ufficiale contenga tale previsione. Volendo essere fiduciosi, attendiamo ancora il decreto regionale di approvazione e poi successivamente il Comune può passare a rilasciare le autorizzazioni dei progetti»

Corso dei Martiri. «Quanto tempo ancora? Un iter già concluso è stato riaperto, infatti il progetto è stato riportato al consiglio comunale che non deve deliberare nulla, quindi a che serve? E se mai arrivassero degli utili consigli o verranno presentate varianti al progetto vuol dire che si ripartirà con un nuovo iter di approvazione visto che mi pare di aver capito che si possano rivedere cubature e progetto degli spazi comuni tipo il verde? E poi le aziende proprietarie dei lotti di terreno si lamentano che mancano gli investitori. Ma se non vi è certezza di cosa fare e quando partirà è naturale che nessuno sia disposto a investire capitale».

Centro direzionale Cibali. «È la bella storia di 18 ettari di terreno dentro Catania appartenuto ai cavalieri del lavoro, Costanzo, Rendo, Graci, Finocchiaro. Oggi, per la messa in liquidazione della Sicilcassa, appartiene alla Banca d’Italia. Secondo il vigente Prg (Piano Piccinato) il 45% è destinato a strade e parcheggi, il 15% a giardini e parchi, e il restante 40% a uffici o abitazioni. Il nostro sindaco ha chiesto lumi? Si parla di una riunione del consiglio di amministrazione che doveva tenersi a Catania il 14 aprile scorso coordinata da Tito Musso presidente dl collegio dei liquidatori. Non ne sappiamo nulla».

Autostrada Catania-Ragusa. «Anche qui si tratta di fondi privati per un’opera che pare dovesse partire già ieri ma nulla o quanto meno di chiaro ci è dato sapere e capire. L’opera rischia di non essere vantaggiosa per chi dovrebbe costruirla».

Con le opere pubbliche la “lista dei desideri” diventa lunga e per certi versi imbarazzante, a Catania così come in tutto il territorio della ex provincia: Centro sportivo provinciale a Camporotondo, Le Ciminiere, Palazzo delle Poste, SS 284 Adrano-Bronte, Libertinia, Interporto, ecc.

«Secondo noi – continua Turrisi – bisogna mettere insieme, come avevamo già chiesto a gennaio alla Prefettura, un tavolo che riunisca tutti secondo le proprie competenze, partendo dalle parti sociali alle imprese agli ordini professionali, a tutti i centri di stazioni d’appalto del territorio. Occorre costituire un gruppo di lavoro che verifichi ciò che è immediatamente cantierabile e ciò che è bloccato, per conoscerne le cause e trovare le più opportune soluzioni a risolvere il problema di stallo».

Per Turrisi, «poi serve un intervento forte e di coordinamento della Prefettura, affinché tutto ciò che emerge da tale confronto possa trovare immediata soluzione. Inoltre alla Prefettura chiediamo di intervenire sulla drammatica situazione dilagante di lavoro nero e irregolare che in questo ultimo periodo secondo le nostre stime arriva anche al 50% del sommerso. È un dato che ci preoccupa perché in esso nasconde un altro grave problema che è quello della legalità e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Tutto ciò era stato espresso già a gennaio nella nostra manifestazione unitaria dei lavoratori delle costruzioni con la “marcia dei cappelli di carta” ma che a distanza di troppi mesi è rimasta inascoltata. Oggi per noi è un ultimo appello altrimenti la protesta sarà dura, forte e mirata».