Comune di Catania, trasparenza incentivi? Risposta: omissis!

Comune di Catania, trasparenza incentivi? Risposta: omissis!

CATANIA – Un lungo elenco di omissis, come mostra la nostra foto, racchiude l’idea di trasparenza dell’amministrazione comunale etnea. Palazzo degli Elefanti non è dunque la casa di vetro ma assomiglia a un fortino di reticenze.

La denuncia arriva dall’associazione Codici che quest’oggi, in una conferenza stampa, ha ricostruito i contorni di una vicenda già raccontata dal nostro giornale e relativa ai maxi incentivi economici destinati ai dipendenti comunali dell’ufficio tributi.

zammataro

Manfredi Zammataro e Mario Campione

Manfredi Zammataro e Mario Campione, esponenti dell’associazione, hanno sin dall’emissione del provvedimento comunale, il nr. A04/178 emanato a luglio 2014 dall’ufficio tributi, richiesto un accesso civico per avere contezza della distribuzione di 664mila euro tra i dipendenti dell’ufficio sotto forma di incentivi.

“La legge sulla trasparenza – spiega Zammataro – ha conferito alle associazioni lo strumento dell’accesso civico e serve per richiedere la pubblicazione di documenti non resi pubblici e accessibili secondo le linee guida dell’amministrazione trasparente”.

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Questa richiesta è stata avanzata dall’associazione lo scorso 5 agosto e il Comune aveva 30 giorni per rispondere in merito alla mancata pubblicazione dei nominativi e delle relative cifre dei beneficiari.

“La nostra associazione – prosegue Zammataro – ha effettuato questa richiesta per capire a chi sarebbero andate queste cifre. Ricordo che si tratta di soldi della collettività perché provenienti dalla lotta all’evasione dell’Imu. Il 25% del totale, quindi i soldi di un cittadino su quattro, sono stati destinati agli incentivi”.

determina

Nel provvedimento contestato vi è la liquidazione della spesa, suddivisa in quattro tranche da 150mila euro circa, ma manca l’allegato con nomi e cognomi dei destinatari.

Dopo aver atteso i canonici 30 giorni l’associazione Codici si è rivolta, come prevede la legge, al titolare del potere sostitutivo che entro 15 giorni dovrebbe rispondere alla richiesta di accesso civico sopperendo alla mancata risposta.

E qui arriva la beffa dell’omissis. “Con estremo ritardo soltanto ieri sera – sottolinea Manfredi Zammataro – ci è arrivata una mail dell’avvocato Gullotta con l’allegato che avevamo richiesto. Con grande sorpresa abbiamo aperto un elenco senza nomi e con 78 omissis accanto alle cifre. Avrebbero fatto meglio a non rispondere a questo punto”.

Zammataro spiega che gli omissis non sono giustificabili per una questione di privacy. “Ho controllato – prosegue – diversi provvedimenti dirigenziali e in allegato, in tutti, vi erano le cifre destinate ai dipendenti e i loro nominativi con in calce la firma dell’avvocato Gullotta. Perché in questo caso specifico non vengono resi pubblici?”.

Sono tante le domande dell’associazione e che sorgono dall’analisi della vicenda. Perché il Comune per un provvedimento del genere è reticente? Perché ha tardato così tanto a rispondere? Perché non informare i cittadini sulla gestione di soldi pubblici destinati ai dipendenti del palazzo comunale?

“Noi non abbiamo nulla – conclude Zammataro – contro i dipendenti dell’ufficio tributi che lavorano indefessamente. Trattandosi di denaro pubblico occorre, però, attuare il principio della trasparenza. Questa è una battaglia comune e ci appelliamo ai sindacati, alle associazioni e ai cittadini. C’è un silenzio assordante da parte del Comune e la trasparenza non va predicata solo nei convegni ma va messa in pratica”.

L’avvocato Mario Campione, inoltre, evidenzia che nel provvedimento vi è un rinvio a un allegato relativo a una riunione delle organizzazioni sindacali che non esiste.

“L’allegato – spiega il legale di Codici – serviva per chiarire i criteri di suddivisione degli incentivi ma è assente, quindi non si capisce su quale base siano stati suddivisi”.

sindacati

L’associazione Codici si è rivolta, attraverso un esposto, a Raffaele Cantone, presidente dell’autorità nazionale anticorruzione chiedendo un’audizione e sta valutando se presentare un ricorso al Tar per rendere pubblici i nominativi sinora coperti dall’omissis.