Ex Province. I sindacati: “Lavoratori in mezzo alla strada? Grazie ai parlamentari”

Ex Province. I sindacati: “Lavoratori in mezzo alla strada? Grazie ai parlamentari”

PALERMO “Questo tipo di riforma non protegge i dipendenti”, ecco cosa denuncia Enzo Tango, segretario Uil Spl Sicilia. 

Con l’approvazione della riforma che abolisce le province siciliane quello che verrà meno sarà soprattutto l’assetto organizzativo dei pubblici uffici, causando così diversi danni ai propri dipendenti. 

“Il nostro giudizio sull’approvazione è assolutamente negativo – continua Enzo Tago -. Con questa riforma vengono meno diverse garanzie, in primis quella occupazionale dei dipendenti perché non sanno ancora che piega prenderà il loro percorso lavorativo, in secundis l’aspetto economico che peserà sui vari servizi che vengono forniti quotidianamente al cittadino. In questo momento si sta pensando solo ed esclusivamente ad effettuare tagli su tagli, ma dov’è la norma che salvaguarda i dipendenti?”. 

Ad esprimersi sulla questione c’è stato anche il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che ha dichiarato: Se i lavoratori delle ex Province resteranno in mezzo alla strada senza stipendio dovranno ringraziare i nostri parlamentari regionali che hanno approvato una legge di riforma contraria agli indirizzi della Corte costituzionale. Con questo atteggiamento pervicace, motivato non da un’incredibile difesa dei valori dell’autonomia regionale ma da giochini politici, rischiamo che il Governo nazionale, ancora una volta, blocchi i fondi e mantenga i tagli. E con un bilancio regionale già disastrato sarà davvero impossibile recuperare queste risorse”. 

“I circa seimila lavoratori delle ex Province non potranno andare in mobilità verso gli Enti locali – conclude Claudio Barone -, già sovraccarichi di Lsu che questa politica non riesce a stabilizzare. È drammatico il clima di totale irresponsabilità e indifferenza per i problemi dei siciliani. Per questo confermiamo a pieno le iniziative di mobilitazione contro questo immobilismo colpevole”.