Caso Tecnis, Costanzo e Bosco liberi: parla l’avvocato Floresta

Caso Tecnis, Costanzo e Bosco liberi: parla l’avvocato Floresta

CATANIA – Mimmo Costanzo e Concetto Bosco sono nuovamente liberi: i capi dell’azienda Tecnis hanno ottenuto la libertà definitiva dopo essere finiti ai domiciliari a seguito dell’inchiesta Dama Nera

A revocare l’ordinanza di custodia cautelare è stato il Gip del Tribunale di Roma, lo stesso che ad ottobre 2015 accusò di corruzione i due imprenditori catanesi per un appalto in Lombardia e che, soltanto alcuni giorni fa, li accusava di una seconda gara di appalto a Potenza.

“Non si tratta di corruzione, solo di richiesta indebita”: esorta così l’avvocato di Mimmo Costanzo, Antonio Floresta che, intervistato, si dichiara “soddisfatto dei risultati”

Risulterebbe, infatti, che i due vertici dell’azienda più importante del meridione sarebbero stati costretti a gare da alcuni funzionari ANAS che minacciavano l’azienda di conseguenze gravissime se Bosco e Costanzo avessero remato contro. A tal proposito, il legale di Costanzo, afferma: “Il funzionario dell’Anas ha preteso la corresponsione del denaro a pena di conseguenze estremamente pregiudizievoli per la Tecnis, come l’esclusione da una gara che l’azienda si era legittimamente aggiudicata”.

Floresta fa riferimento al secondo provvedimento cautelare emesso per la gara di appalto di Potenza non ancora nota ai magistrati: “A carico dei funzionari, la magistratura – continua l’avvocato – ha considerato il reato di associazione per delinquere”.

La Tecnis, dunque, potrebbe uscire dalla “crisi” che l’ha investita e ricominciare da capo. L’azienda, inoltre, “sta continuando ad operare nel mercato grazie al nuovo amministratore giudiziario, Saverio Ruperto, che sta facendo un ottimo lavoro”. 

Il nuovo amministratore potrà operare nell’azienda per sei mesi anche se l’avvocato ci spiega che “c’è la possibilità che l’incarico gli venga rinnovato per altri sei mesi”. 

Per rifiorire bisogna innanzitutto ripartire “dalla restituzione degli incassi dovuti. Solo l’ANAS deve alla Tecnis oltre 15 milioni di euro e il commissario si sta impegnando per ottenerli”.

Un nuovo futuro è possibile, dunque, per il colosso nazionale, “è solo questione di tempo”, conclude fiducioso l’avvocato di Mimmo Costanzo.