Catania: Bed&Breakfast e case vacanze nell’occhio del ciclone, scoperte 17 strutture abusive

Catania: Bed&Breakfast e case vacanze nell’occhio del ciclone, scoperte 17 strutture abusive

CATANIA – Non erano autorizzati a far quel che facevano… eppure lo facevano. Sulle loro pagine Facebook, sui siti internet risultavano strutture ricettive a tutti gli effetti. E per altro su Catania di “soldini” a casa ne portavano… tanti. Ma non pagavano le tasse e peggio ancora non avevano alcuna autorizzazione da parte del comune per esercitare. 

Parliamo di Bed&Breakfast, affittacamere e case vacanze. Scotta la temperatura fra i titolari di queste realtà che in queste ore sono sotto la lente d’ingrandimento dei finanzieri. Diciassette le strutture abusive già individuate in diversi quartieri della città, anche alla Scogliera. 

A far scattare il blitz è stato l’esponenziale aumento, nell’ultimo periodo, proprio di questo genere di alloggi, il più delle volte pubblicizzati su siti internet che operano attraverso prenotazioni on line.

Per lo più concentrati nel centro della città, nelle zone a maggiore vocazione turistica ma del tutto abusivi, quindi lì non ci dovevano proprio stare. Monitoraggi, sopralluoghi, confronti con le banche dati dell’anagrafe tributaria ed ecco che è stata scoperchiata la pentola bollente… non ancora chiusa. Chissà quante altre strutture abusive dello stesso genere ci sono sul territorio.

È bastato farsi consegnare dal Comune l’elenco completo delle strutture regolarmente autorizzate per capire che qualcosa non quadrava. I finanzieri del Gruppo di Catania, coordinati dal comandante Roberto Manna, hanno verificato la presenza delle previste autorizzazioni comunali, il rispetto delle leggi sulla pubblica sicurezza che prevede la trasmissione alla questura dei nominativi dei clienti alloggiati e poi il corretto pagamento delle tasse. Ed qui che è cascato ancora una volta l’asino: non sono stati dichiarati al fisco redditi per oltre 200 mila euro e nella maggior parte dei casi i titolari dei B&B non avevano rispettato neanche gli obblighi di comunicazione al Comune ai fini dell’imposta di soggiorno.

Sono sedici le persone deferite all’Autorità Giudiziaria per aver effettuato dichiarazioni mendaci sul numero di posti letto autorizzati. E fra concorrenza sleale e truffe una parte di Catania “tira a campare” così.