Pistorio attacca: “La sicurezza in centro storico dov’è?”

Pistorio attacca: “La sicurezza in centro storico dov’è?”

CATANIA – “C’è una legge che vieta la somministrazione di bevande alcoliche ai minorenni ma in centro storico la sera, spesso e volentieri, essa non viene rispettata. Dove sono i controlli?”.

Attacca Dario Pistorio, presidente Fipe Catania dopo la lamentela arrivata a NewSicilia.it da parte dei residenti delle zone della movida.

“Selvaggia, è solo selvaggia. Ci sono le orde barbariche, soprattutto durante il fine settimana” affermano in residenti.

Un botta e risposta che dura ormai da anni e che non vede istituire un vero tavolo di concertazione per risolvere la problematica.

Dario Pistorio

Dario Pistorio

Ma perché servono i controlli, i commercianti non sanno che le leggi vanno rispettate?

“Si ma per loro è cassa. Quando parlo con gli esercenti – spiega Pistorio – si lamentano dicendo che pagano tasse elevate, stipendiano i dipendenti e a volte subiscono controlli che gli tagliano le gambe. Non perdono un attimo a giocare al rimpallo spostando l’attenzione su quelle zone della città in cui ci sono i paninari, completamente in mano all’abusivismo. E questo purtroppo è vero, la legge deve essere uguale per tutti”.

Da una parte c’è chi si lamenta e dall’altra chi si difende, ma una soluzione tarda ad arrivare.

“Essa non può arrivare perché il vero problema è costituito dai grossi flussi di persone che si riversano in centro storico perché al tempo il Comune ha rilasciato licenze senza un criterio. Così concentrati in una stessa area abbiamo circa duecento locali. Questo comporta un vero caos”.

Ma una soluzione non si può trovare?

“No, ormai è troppo tardi. Per fare un esempio oggi su cento esercizi, sessanta servono da bere e questo richiama solo una determinata tipologia di cliente. Da ora in poi il Comune e l’assessore al commercio dovranno imparare a fare una selezione perché secondo me neanche loro sanno quanti esercizi ci sono di tipologia A, cioè ristorazione, e quanti di tipologia B, cioè bar. Sarebbe doveroso da parte dell’amministrazione comunale fare un piano per il rilascio delle licenze prima della normativa regionale che dovrebbe arrivare in primavera”.

Effettivamente oggi per aprire un pub in centro non ci vuole molto: basta presentare una domanda al Comune, protocollarla e dopo sessanta giorni è possibile aprire le porte del proprio esercizio. Il comune fino a questo momento non sa che cosa si sta aprendo, ne sarà al corrente solo quando l’ufficio sanitario lo comunicherà. E fra ragazzi ubriachi, schiamazzi notturni, spaccio e tavolini, lungo le vie del centro storico è il popolo della notte che domina.

Tornando alla normativa, quali saranno i punti salienti?

“La sto elaborando personalmente – aggiunge il presidente della Fipe Catania – insieme con i tecnici regionali. La città verrà suddivisa in micro-sezioni e le tipologie di esercizi commerciali verranno parcellizzate. La tipologia B avrà a sua volta delle sottocategorie come i wine bar, i pub e ci sarà un numero massimo per sezione oltre il quale non si potranno rilasciare più licenze. Il Comune così gestirà l’assembramento e il centro storico verrà riqualificato con un’accurata selezione dei locali. Ma attualmente siamo in una città in cui vige il disordine più totale quindi dovrà essere fatto anche un buon lavoro da parte delle forze di polizia”