Tormentone vaccinazioni. Ci risiamo!

Tormentone vaccinazioni. Ci risiamo!

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Alla fine del mese di settembre, il giorno 23, su queste pagine avevo scritto del prevedibile tormentone di fine anno sul’argomento vaccinazioni. Come previsto ci risiamo!!! Addirittura il Ministero minaccia i medici di sanzioni o di sospensioni per chi non facilita il percorso vaccinale.

Resta assodato che le vaccinazioni sono utili e necessarie però non sono solo i medici che devono vaccinarsi, ma deve vaccinarsi la popolazione a rischio. Ed allora partendo da questo presupposto vediamo un po’ chi sono gli attori e i registi: in primo luogo le PERSONE, scritto maiuscolo, perché il valore della persona è superiore a tutti gli altri. Salvare vite umane è imperativo per la società, evitare esiti catastrofici, vedi la zoppia della poliomielite, o ricoveri d’urgenza negli ospedali, per polmoniti o quant’altro, è oggi più di prima un obbligo morale ma anche economico, in un momento di carenza di fondi per la sanità pubblica.

Ma vi sono altri attori, e tra questi alcuni mezzi di informazione, che entrando nelle nostre case possono diffondere messaggi terroristici al fine di un maggiore indice di ascolto o vendita di giornali. Spesso come del resto è accaduto, ma già il danno e stato fatto, arriva la smentita e solo dopo un anno chi si occupa di numeri statistici e di epidemiologia può contare i danni. I medici e le altre figure sanitarie, quanta forza mettono per far passare il concetto che i vaccini non fanno male? L’anno scorso è capitato più di una volta che sia medici che infermieri hanno dichiarato la loro contrarietà a questa pratica, quasi sempre per mancata documentazione scientifica e solo per sentito dire.

Oggi se il Ministro minaccia sanzioni è proprio per questa ragione che pensa di legiferare sui castighi da dare ai medici, un po’ come quando si era a scuola e da impreparati la maestra ci metteva dietro la lavagna. Ma che fa il Ministero per scongiurare una opposizione culturale sui vaccini? Molto poco! Se infatti le vaccinazioni rientrano nei programmi di prevenzione, proprio sulla prevenzione si fanno i cosiddetti tagli economici, e anziché pensare in tempo ad un percorso educazionale per tutti i soggetti coinvolti, solo all’ultimo momento si pensa a campagne di informazione, e non di educazione. Malignamente posso pensare che affidare ai professionisti dell’informazione si possono ricavare più “ciliegine”, come afferma il Procuratore di Roma, dott. Giuseppe Pignatone.