L’Istituto “Rapisardi” di Paternò partecipa al “recital” teatrale “In verità e non in gloria (l’oblio del Vate Etneo)”

L’Istituto “Rapisardi” di Paternò partecipa al “recital” teatrale “In verità e non in gloria (l’oblio del Vate Etneo)”

PATERNÒ – Qual è il miglior modo per presentare un autore nella realtà contemporanea, se non quello di leggere, declamare o semplicemente citare i suoi testi, permettendo a tutti di farsi avvolgere dalla forza eternatrice dell’opera letteraria? Sulla base di questo convincimento, lo scorso martedì 25 febbraio, in occasione della seconda giornata dedicata alla celebrazione del “Vate Etneo”, istituita nella data della sua nascita e giunta alla quarta edizione, la dott.ssa Maria Grazia D’Amico, Dirigente Scolastica dell’Istituto d’Istruzione Superiore M. Rapisardi” di Paternò, seguendo la vocazione culturale dello storico Liceo che si fregia dell’intitolazione al grande letterato catanese, ha invitato docenti ed alunni ad assistere dalle ore 10.30 alla rappresentazione teatrale “In verità e non in gloria”.

Lo spettacolo è nato da un’idea del consigliere municipale Santo Musumeci ed è stato riproposto dall’Associazione “Catania più attiva”, in collaborazione col Comune paternese, sul palco del Piccolo Teatro in via Monastero, nel luogo della cittadinanza onoraria del poeta (1905).

Il “recital”, recante il sottotitolo “L’oblio del Vate Etneo”, come appunto il Rapisardi indicava se stesso nel poema “Atlantide” (1894), è stato realizzato e allestito per la messa in scena dalla scrittrice, drammaturga e regista Antonella Sturiale, la quale nell’ottica della riscoperta di una figura poetica oggi quasi del tutto dimenticata, ha voluto parafrasare le parole con cui egli nel medesimo poema ammoniva i giovani: “Amate la verità più della gloria…”.

La “piéce” ha inoltre visto la partecipazione intensa, in qualità di interpreti, degli attori Enrico Pappalardo e Barbara Cracchiolo, ex allieva del Liceo Classico “Rapisardi”, e della ballerina Simona Gualtieri, maturatasi anche lei nello stesso Liceo, che hanno dato voce e corpo alla parabola esistenziale dell’uomo e dello scrittore, alle sue polemiche letterarie nell’ambito del realismo di stampo positivistico, ma pure alle sue vicissitudini private (col Verga e col Carducci), inframmezzandole alla lettura di versi tratti dall’”Ode a Sant’Agata” (1859), dal poema “La palingenesi” (1868), dall’inno “Alla Natura” (1869), dall’odicina “A Vincenzo Bellini” (1869), dal dissacrante “Lucifero” (1877), dalla raccolta di poesie sociali dal titolo “Giustizia” (il commosso “Canto dei mietitori”, 1883), dal malinconico “Giobbe” (la celebre “Lauda di suora”, 1884, poi musicata dal compositore Francesco Paolo Frontini).

Hanno accolto l’invito della Dirigente Dott.ssa D’Amico, che non ha mancato di ringraziare in apertura gli organizzatori dello spettacolo per la ricchezza di suggestioni ispirate da questo variegato universo creativo, non solo i docenti componenti lo “Staff Rapisardiano”, inaugurato quattro anni fa dalla prof.ssa Angela Rita Pistorio, in particolare le prof.sse Domenica Flavia Ferreto, Chiara Romeo, Maria Rosa Russo, Lorena Grazia Salfi, Anna Sanfilippo e Carmelina Vaccaro, nonché il dott. Luigi Sanfilippo, ma anche gli studenti delle classi IV A e IV B del Liceo Classico e delle classi IV LA, IV LB e V L del Liceo Artistico, nella convinzione  che non esista maniera migliore di celebrare Mario Rapisardi che quella di mettersi ad ascoltarlo e a studiarlo bene, a qualsiasi età.

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