Condannata la presunta amante di Messina Denaro: 11 anni e 4 mesi a Laura Bonafede

Condannata la presunta amante di Messina Denaro: 11 anni e 4 mesi a Laura Bonafede

PALERMO – Il gup di Palermo Paolo Magro ha condannato a 11 anni e 4 mesi di carcere per associazione mafiosa Laura Bonafede, insegnante di Campobello di Mazara, figlia dello storico padrino del paese e legata sentimentalmente al boss Matteo Messina Denaro.

Alla maestra era stato inizialmente contestato il reato di favoreggiamento, poi modificato in quello di associazione mafiosa. Secondo la procura, la donna avrebbe convissuto per anni con il capomafia allora ricercato, garantendo le comunicazioni con gli uomini d’onore e coprendo la sua latitanza. Il processo si è svolto con il rito abbreviato.

Il gup di Palermo ha inoltre dichiarato l’imputata interdetta dai pubblici uffici e applicato la misura di sicurezza della libertà vigilata per tre anni, una volta scontata la pena. La maestra è stata anche condannata a risarcire le parti civili: il Comune di Castelvetrano e quello di Campobello di Mazara riceveranno 25.000 euro ciascuno, mentre 10.000 euro saranno pagati al ministero dell’istruzione e alla presidenza della Regione. Laura Bonafede dovrà inoltre risarcire con 3.000 euro ciascuno il Centro Studi Pio Latorre, l’Associazione Antimafia Caponnetto, l’Associazione Antiracket di Trapani e l’Associazione Codici Sicilia.

Non ho mai fatto parte di nessuna associazione mafiosa, non ho mai convissuto con alcuno, anche perché ho abitato con mia madre fino al 2021. Si figuri se potevo dormire fuori casa, vai a trovare una giustificazione. Le volevo chiedere di valutare la mia posizione per quella che è e mi auguro di trovare in lei quel giudice di Berlino che tutti ci auguriamo di incontrare“. Con queste parole, Laura Bonafede ha negato di aver fatto parte di Cosa nostra e di aver convissuto con Matteo Messina Denaro, chiedendo al giudice di ascoltare le sue ragioni.

Durante la scorsa udienza, l’imputata ha reso dichiarazioni spontanee cercando di raccontare la propria versione dei fatti sul rapporto con l’ex ricercato, morto un anno fa. I pm avevano inizialmente contestato il reato di favoreggiamento aggravato, successivamente modificato in associazione mafiosa. Secondo l’accusa, la donna aveva un ruolo partecipativo in Cosa nostra, accusa smentita da Bonafede durante le sue dichiarazioni. Ha raccontato di aver conosciuto Matteo Messina Denaro da bambina e di aver ricevuto la sua amicizia e il suo supporto nei momenti difficili della sua vita, come dopo l’arresto e la condanna all’ergastolo del marito, Salvatore Gentile, per omicidio.

Io sono nata in una famiglia purtroppo mafiosa e ho vissuto fin da bambina con questo clima. Mio padre, il boss Leonardo Bonafede, parlava anche a casa dei suoi impegni, quindi sono cresciuta così, frequentando anche persone dello stesso ambiente. Ma noi figli, e nemmeno mia madre, non abbiamo mai fatto parte di questa vita, nonostante la vivessimo. Non siamo mai stati parte di nessuna associazione mafiosa, anche perché le donne erano tenute lontane da certe situazioni e contesti”, ha affermato Laura Bonafede. Lei e il boss si sarebbero incontrati nel corso degli anni, ma, secondo quanto raccontato dalla donna, non avrebbero mai vissuto insieme. “Sono stata bene con lui – ha aggiunto – abbiamo parlato e mi sono sentita rassicurata, come appoggiata“.

Mi aveva chiesto di conoscere mia figlia, quella bambina che aveva conosciuto tanti anni prima, e io ho fatto questo errore, perché lo reputo ora un errore. Sono uscita con mia figlia senza dirle nulla, dicendole che dovevamo andare a incontrare un amico del nonno“.

La donna ha raccontato di aver lasciato la macchina a Campobello di Mazara e di essere salita nella vettura di Messina Denaro con la figlia Martina, dicendole che si trattava di un amico del nonno e che si trovava in una situazione particolare perché lo volevano arrestare. La donna si è detta pentita di aver fatto conoscere al capomafia la figlia, attualmente indagata per favoreggiamento dell’ex latitante. Secondo i pm, che avevano chiesto una condanna di 15 anni per Bonafede, i tre avrebbero vissuto a lungo come una famiglia mentre Messina Denaro era ricercato.