Studentessa spagnola vittima a Palermo del “cavallo di ritorno”: denunciato ricettatore tunisino

Studentessa spagnola vittima a Palermo del “cavallo di ritorno”: denunciato ricettatore tunisino

PALERMO – Denunciato un 56enne tunisino dal personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso pubblico della Polizia di Stato. Il malvivente, R.Y., è ritenuto responsabile del reato di ricettazione.

Lo scippo del cellulare e il riscatto

Qualche giorno fa, in area e orario da “movida”, una giovane studentessa spagnola, a Palermo per un programma Erasmus, è stata dapprima vittima dello scippo del suo cellulare e poco dopo destinataria di una proposta di riscatto del telefonino dietro il pagamento di una cospicua somma. Questa pratica illegale è conosciuta con il nome di “cavallo di ritorno”.

La studentessa era stata derubata vicino a piazza Pretoria. Dopo l’incidente, un’altra persona, il 56enne tunisino, si è avvicinata a lei, proponendole uno scambio illegale. Dopo un momento di indecisione, ha accettato e fissato un incontro.

Presentatasi all’appuntamento, poco prima di concretizzare lo scambio, avrebbe temporeggiato fingendo di contattare un congiunto. La vittima ha in realtà contattato la sala operativa della Polizia di Stato per sollecitarne l’intervento.

Intervengono gli agenti

L’operatore radio della Polizia di Stato non ha abbandonato il contatto con la ragazza e, insieme ad altri poliziotti, si è recato sul luogo. In seguito, nel momento in cui lo straniero con il cellulare in mano ha visto avvicinarsi la pattuglia, ha capito di essere nei guai ed ha tentato una vana fuga: tuttavia, gli agenti l’hanno raggiunto.

I poliziotti hanno verificato che il cellulare fosse della studentessa spagnola e glielo hanno restituito.

Scatta la denuncia

Per questo reato, il malvivente è stato denunciato. Sono in corso le indagini per individuare l’autore dello scippo.

Nota

Giova precisare che la responsabilità penale della condotta elencata sarà definita solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.