MONDO – Espresso, lungo, corto, decaffeinato, macchiato, schiumato o in qualunque altra variante, ma anche con miscele e tostature differenti tra cui scegliere, come arabica o robusta. Zuccherato o amaro, preparato con la caffettiera, oppure attraverso cialde/capsule nelle macchinette, altrimenti in chiave “americana”, con l’aggiunta di ghiaccio, panna, sciroppi, topping o spezie.
Insomma, una moltitudine di alternative per una delle bevande più apprezzate e consumate di sempre: il caffè.
Le origini
Si tratta di una bevanda ottenuta tramite la macinazione di semi derivati da alberi tropicali, appartenenti al genere “Coffea” della famiglia delle Rubiacee.
Attualmente è la più diffusa al mondo, avente anche un alto valore economico ed essendo considerata merce di scambio continuo.
Il termine
Sull’etimologia della parola, ci sono varie “scuole di pensiero”, tutte ampiamente contestate. C’è che sostiene che il termine derivi da una regione dell’Etiopia Sud-Occidentale in cui cresceva spontaneamente e in grandi quantità, ovvero Kaffa. In realtà farebbe riferimento all’arabo, da “Qahwah” (un tipo di vino, ma che significa anche “di colore scuro”), poi come provenienza del verbo “qahā” (mancanza di fame, dovuta alle proprietà della bevanda di ridurre l’appetito), e in seguito con “quwwa” o “Kaffa“, uno inteso come potenza/energia e l’altro corrispondente al reame medioevale da cui venne asportato l’arbusto verso l’Arabia. Successivamente dall’arabo si è passati al turco con “kahve“, fino ad arrivare al vocabolo italiano “caffè“.
La leggenda narra
Esistono molte leggende legate al caffè e alla sua origine, ma la più conosciuta/popolare, riguarda quella di un pastore chiamato Kaldi, che viveva nell’Etiopia Meridionale, precisamente a Kaffa.
Un giorno, mentre stava portando il proprio gregge di capre a pascolare, si accorse che quest’ultime si erano imbattute in alcune bacche rosse, che cominciarono a mangiare, acquisendo un’energia mai vista prima.
Il pastore, dopo aver intuito che si trattasse di un effetto delle bacche, decise cautamente di assaggiarne una, ottenendo la stessa vivacità riscontrata negli animali. A quel punto, ne raccolse alcune per portarle all’anziano padre, che una volta masticate, ritrovò una vitalità che ormai pensava non sarebbe più tornata. Rimasero svegli per tutta la notte, e l’indomani, al mattino presto, si rivolsero ai saggi monaci di un vicino monastero, raccontando l’accaduto.
Un monaco poi, andando nella zona del pascolo, vide le foglie con i semi della pianta di cui parlava Kaldi, e ne prelevò alcuni, per esaminarli e capire da cosa scaturissero quegli effetti energizzanti riscontrati da coloro che li avevano assunti. Dopo vari esperimenti, furono abbrustoliti/tostati sul fuoco, poi macinati e infine versati nell’acqua calda. Come risultato ebbero un infuso scuro, derivato dal procedimento di questa lavorazione. Pertanto, si diede inizio ad una sorta di “prototipo” dell’attuale caffè.
La diffusione
Nonostante le derivazioni etiopi, le sue origini risalgono al XV Secolo, quando la bevanda si diffuse nella penisola arabica, a seguire raggiunse il Medio Oriente, poi il Nord Africa e altre parti del continente, e l’India, fino ad arrivare in Europa, partendo presumibilmente dalla Germania e dall’Austria, poi si spostò in Francia e dopo anche in altri Stati Europei.
Nel XIV Secolo continuò ad “espandersi” giungendo sull’Isola di Malta, e da lì il passo per arrivare via mare in Italia, per l’esattezza a Napoli, fu breve. In seguito approdò a Venezia, a tal punto che nel 1640 aprì la primissima “Bottega del Caffè” a Piazza San Marco. Successivamente arrivò nelle Americhe, e dopodiché anche a Cuba, in Venezuela, in Brasile e in Colombia. Naturalmente gli arabi contribuirono parecchio in questa ampia diffusione.
Proprietà e benefici
In generale, è ricco di benefici e proprietà. La caffeina infatti è una molecola altamente stimolante, a cui è dovuto l’effetto “eccitante” del caffè. Dopo l’assunzione, quest’ultima raggiunge il cervello, che conseguentemente rilascerà alcuni neurotrasmettitori, come la noradrenalina e dopamina, responsabili di una maggiore attivazione dei neuroni.
Diversi studi scientifici dimostrerebbero che questa bevanda migliorerebbe anche l’umore, la memoria e in generale le funzioni e attività mentali/cognitive. Inoltre, possiede proprietà antiossidanti, aiuta il metabolismo, la prestanza fisica e le energie. In più, esercita un’azione vasocostrittrice, che può contribuire ad alleviare l’emicrania.
Però, sebbene ci siano numerosi benefici, in certi casi potrebbe causare anche determinati effetti collaterali. Pertanto, se le quantità assimilate dovessero risultare eccessive per il proprio limite, superando la tolleranza che ognuno di noi ha, si incorrerebbe presumibilmente in stati d’ansia, nervosismo, insonnia, ipertensione, disturbi gastrointestinali e accelerazione dei battiti cardiaci. Ecco perché è sempre consigliabile berne moderatamente.
Le iniziative
Proprio oggi ricorre la Giornata Internazionale del Caffè, una data da segnare sul calendario per gli amanti/estimatori della bevanda.
Istituita ufficialmente nel 2015, in occasione dell’EXPO di Milano, dalla International Coffee Organization (ICO), serve a promuovere l’importanza della produzione di caffè e del suo commercio, in maniera equo e solidale, e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione dei coltivatori di tali piante.
Nel mondo si svolgeranno molteplici iniziative, alcuni bar ad esempio offriranno del caffè gratis in occasione di questa giornata. Avranno luogo nelle principali città, sia italiane che di altri Stati, parecchi convegni, mostre, esposizioni temporanee e attività di vario genere.