PALERMO – Via libera dalla Regione all’insediamento delle medie strutture commerciali nel centro storico di Palermo.
Il parere è stato espresso dalla Commissione tecnico specialistica per le valutazioni ambientali presieduta da Gaetano Armao.
Ultima parola al Consiglio comunale
Si potranno avviare attività con superfici superiori ai duecento metri quadrati. L’ultima parola la dirà il Consiglio comunale.
La proposta era stata definita dalla giunta presieduta da Roberto Lagalla, su indicazione degli assessori all’Urbanistica Maurizio Carta e alle Attività produttive Giuliano Forzinetti.
Le dichiarazioni
“L’insediamento delle attività commerciali nel nucleo storico avverrà nel rispetto di precise e opportune distanze fra esse onde contenere un eccessivo impatto visivo sull’architettura storica del contesto e distribuire i flussi commerciali. Tutto ciò avverrà sempre nel rispetto delle caratteristiche culturali e sociali dell’area storica della città“, dicono Lagalla, Carta e Forzinetti.
Lagalla esprime “soddisfazione per l’importante esito che consentirà al Comune di rimuovere l’obsoleto limite dei 200 mq (portato a 600 mq grazie a una legge regionale) per consentire, previa pianificazione che eviti l’apertura selvaggia, alle medie strutture (fino a 2000 mq), di trovare nel centro storico un ambiente fertile per le loro esigenze, contribuendo a riattivare il suo dinamismo commerciale con particolare attenzione alla via Roma“.
Confimprese Palermo: “Una soluzione di cui la città aveva bisogno”
Il presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice dice la sua sul recente parere favorevole per l’apertura di medie strutture commerciali in centro storico.
“Faccio i miei complimenti personali al Sindaco Lagalla, agli assessori Forzinetti e Carta ed a tutti coloro che hanno permesso di rimediare agli errori delle giunte precedenti”. Con questa affermazione il presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice ha commentato la notizia che a Palermo, nel centro storico, potranno aprire “medie Strutture” commerciali.
“È un provvedimento – continua Giovanni Felice – che le associazioni di categoria volevamo e che la città e le imprese aspettavano da anni. Dispiace che a causa di questo ritardo sia stata approvata una legge regionale affrettata, inutile dannosa, che violando la potestà dei Comuni, ha cambiato le dimensioni degli esercizi di vicinato creando ulteriori difficoltà alle micro imprese commerciali, principalmente nei Communi di piccole dimensioni favorendo quel processo di desertificazione commerciale e sociale dei centri storici”.
Ma c’è di più. “L’approvazione di questo provvedimento – insiste il Presidente di Confimprese Palermo – certifica che non c’era bisogno di una nuova legge, ma era necessario che i Comuni si assumessero la loro responsabilità di programmare, in autonomia, le esigenze attuali e le prospettive future del tessuto commerciale determinando la programmazione commerciale del loro territorio”.
Gli ostacoli
“Questo provvedimento vale tanto – continua Felice – ma potrebbe non essere sufficiente a determinare la rinascita di zone importanti del territorio cittadino perché potrebbe rivelarsi molto oneroso per le imprese che intendessero avviare una media struttura nel centro storico del capoluogo“.
Infatti, “una attività con una superficie di vendita di mille metri quadrati deve avere 500 metri quadrati di parcheggio. Considerato che non esistono spazi di tali dimensioni dovrà fare una convenzione con un garage che gli metta a disposizione esclusiva 87 posti auto. Anche questa sembra una ipotesi poco realizzabile, resta come unica soluzione possibile la monetizzazione prevista dall’art. 13 del regolamento di attuazione che verrebbe a costare circa duecentomila euro”.
Questo, quindi, è uno dei primi ostacoli concreti alla realizzazione di qualsiasi nuova struttura, ostacoli su cui vale la pena per Confimprese sedersi ad un tavolo e ragionare su possibili soluzioni.
Le considerazioni
“La rinascita dei centri storici – conclude il presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice – passa da un insieme di provvedimenti cha va dall’attuazione di una programmazione delle attività commerciali, dai pubblici esercizi, ai generi alimentari e alle attività del settore non alimentare con particolare salvaguardia dei mercati storici”.
In conclusione: “Noi siamo disponibili ad impegnarci in un percorso senza annunci roboanti ma non praticabili, senza fughe in avanti ma con provvedimenti razionali, logici, legittimi ed applicabili, a cominciare da una revisione dei costi di monetizzazione dei posteggi e dell’attuazione dei progetti a cui queste somme sono destinate, per continuare nel solco di una programmazione che tenga conto della cosiddetta Legge Franceschini, per una riqualificazione dei mercati e delle vie che hanno fatto la storia del commercio a Palermo, tenendo conto delle mutate abitudini dei consumatori, ma avendo come riferimento provvedimenti anti-desertificazione commerciale e residenziale del centro storico”.