Motori di ricerca alternativi a Google: quanto sono sicuri?

Motori di ricerca alternativi a Google: quanto sono sicuri?

L’egemonia di Google nel mondo dei motori di ricerca sembra avanzare inesorabile, praticamente incontrastata, o almeno questa è la sensazione che la maggior parte degli utenti di internet avverte. Tuttavia, si tratta di una percezione sbagliata e indotta soprattutto dalle nostre abitudini. Invece che diminuire, infatti, i competitor di Google aumentano sempre di più, offrendo una serie di vantaggi e di alternative che vale assolutamente la pena valutare.

Spesso le persone decidono di affidarsi a browser più “esotici” nel tentativo di salvaguardare maggiormente la propria privacy. Da un po’ di anni, infatti, ci siamo tutti accorti dell’invadenza di Google, e ci sentiamo continuamente un po’ spiati dal nostro cellulare, che si fa sempre più ficcanaso ad ogni nuovo modello che viene rilasciato sul mercato. Per fortuna, da questo punto di vista, sono nati svariati motori di ricerca alternativi a Google: bisogna solo informarsi e prendere la situazione in mano!

DuckDuckGo

Nell’ottica della privacy e della salvaguardia dei propri dati personali, DuckDuckGo si è imposto come una delle alternative più apprezzate da pubblico e critica. Fondato nel 2008, la mission di questo motore di ricerca è tanto semplice quanto davvero fondamentale, soprattutto di questi tempi: un patto siglato con ogni utente nel non condividere i propri dati di ricerca con terze parti. I nostri dati sono davvero soltanto nostri, e non verranno né forniti né conservati in alcun modo, non senza un consenso formalizzato. Il browser utilizza il metodo POST nelle sue query, assicurandoti di visitare i siti sempre con crittografia HTTPS, laddove possibile. Non temere, inoltre: l’utente sarà comunque messo in condizioni di accedere alla sua personale cronologia proprio come farebbe su qualsiasi altro motore di ricerca.

Bing

Anche Bing si prefigura come un browser che promette un uso più cauto di tracker e cookies, con una politica certamente più etica in termini di privacy rispetto all’azienda di Palo Alto. Tuttavia, proprio come Yahoo, si tratta di un motore di ricerca di quelli ascrivibili alla “vecchia scuola”, non ancora esattamente al passo con i tempi. La differenza più significativa risiede nel fatto che i risultati di Google sono personalizzati, il che significa che l’azienda conserva e utilizza i dati ottenuti dai propri account, analizzando interessi e query dei propri utenti. Bing è meno invadente e raccoglie solo una piccola parte delle informazioni dell’utente per risultati più organici, come ad esempio lingua e geotagging. Per il resto, anche Bing fornirà i tuoi dati ad aziende di terze parti per motivi di marketing.

Brave

Brave è un’altra immancabile opzione presente in tutte le classifiche di settore. Si tratta di un software che si concentra moltissimo sulla sicurezza, con un’enfasi sul mondo della crypto offrendo ad ogni utente il proprio wallet personale. Ma come si fa a garantire la sicurezza e la privacy degli utenti di internet nel 2024? Ovviamente, innanzitutto bloccando automaticamente le sollecitazioni provenienti da terze parti potenzialmente pericolose, come pubblicità, cookie cross-site, phishing e malware. Puoi persino consultare la sfilza di tracker bloccati cliccando sull’icona dello scudo nella barra di ricerca: vedendoli, potresti convincerti una volta per tutte a non usare più Google. In aggiunta, Brave offre anche l’integrazione Tor così da renderti davvero anonimo sul web mascherando financo il tuo indirizzo IP.

Yep.com

Il sempre più vasto mondo dei motori di ricerca si è sviluppato mosso da propositi davvero encomiabili. Parliamo da browser etici che donano parte dei propri introiti dandoli in beneficenza, oppure semplicemente facendone un uso più etico. Uno di questi è sicuramente Yep.com, che si prefigge di donare il 90% dei propri introiti pubblicitari con i creator dei siti che visitiamo. Insomma, un tentativo di rendere questo indirizzo web la nuova piattaforma di riferimento soprattutto per blogger ed artisti: insomma, se non altro, il denaro che facciamo guadagnare alle piattaforme va in buone mani.

Baidu

Google potrà anche dominare il mercato occidentale, ma Baidu può contare su oltre il 70% di quello cinese. Insomma, numeri certamente impressionanti che valgono sempre una menzione d’onore a questo browser, che sfortunatamente tuttavia ci torna poco utile. La lingua impostata è il mandarino, e si tratta dunque di una alternativa valida soprattutto per ricercare risultati relativi al territorio e alle lingue native del paese del paese Asiatico. Proprio come la sua controparte occidentale, Baidu non è semplicemente un banale motore di ricerca: offre una vasta gamma di prodotti e servizi in maniera del tutto speculare a Google.

Insomma, moltissime alternative che possono davvero cambiare l’esperienza di milioni di utenti che navigano il web tutti i giorni. Chiaramente, i motori di ricerca alternativi non promettono i risultati delle query poste a Google, né possono contare sull’ausilio di strumenti preziosi come YouTube o le mappe. Ciò che possono sicuramente garantire, però, è una maggiore privacy e un uso più etico del marketing pubblicitario: e tu da che parte stai?

Via: wdd.it