CATANIA – Il rappresentante sindacale catanese di Federdistat Cisal, precisamente con il ruolo di segretario regionale Antonio Sasso, svolge un’attenta analisi in merito alle attività compiute dai Vigili del Fuoco in Sicilia, durante questa annata 2023 che sta volgendo al termine; riflessione in cui emerge al tempo stesso, l’esigenza di “rafforzare il corpo in tutta la regione” e quindi, un potenziamento dei Comandi provinciali siciliani.
Le richieste e le proposte di Antonio Sasso
Le ultime calamità accadute durante l’anno solare 2023, dagli incendi estivi al maltempo autunnale, “stanno divenendo sempre più complicate da fronteggiare“, che come continua sempre il sindacalista “un’incisiva immissione di uomini e mezzi idonei, possa sempre servire a dar una risposta sempre più rapida ed efficace al soccorso, piuttosto che lo “ringiovanimento” del personale in servizio, in quanto la Sicilia ha un’età media alta di coloro che sono in servizio rispetto alle regioni settentrionali italiane, in modo tale da mitigare lo stress psicologico e fisico del personale isolano“.
Egli continuando l’analisi della situazione regionale, illustra il numero di 6.850 interventi attuati sul territorio provinciale catanese dal 15 giugno al 31 ottobre 2023, di cui più di 2000 per incendi boschivi e o alta vegetazione e continuando sulla stessa lunghezza d’onda dice che “servirebbero mezzi boschivi più numerosi ed anche un maggior numero di personale nautico e sommozzatori, considerato che l’isola ha un perimetro di circa 1200 km, per poter agire adeguatamente sia sulla superficie terrestre, che nelle acque territoriali circostanti“.
Antonio Sasso dopo aver esposto, quelle che lui definisce tra le problematiche maggiormente urgenti in essere al corpo dei Vigili del Fuoco locali, ecco che propone alcune potenziali soluzioni: “Un esempio potrebbe essere aumentare i posti previsti dai concorsi, in quanto il numero dei posti spesso non sopperisce ai pensionamenti, l’apertura di nuove sedi di riferimento territoriali, così da poter avere la cosiddetta “Italia in venti minuti”, perché per quanto si possano annoverare delle programmazioni, piuttosto che delle strategie, è chiaro che l’unica soluzione efficace resta l’aumento di strutture e di personale, per poter corrispondere efficacemente alle allerte riscontrate e alle richieste che possano arrivare in una sala operativa, non dimenticando che questo mestiere è il più rischioso per la propria incolumità, se non uno dei più esposti”.