Raccolta firme Usb per la legge di omicidio sul lavoro, perché non si può più morire per portare un pezzo di pane a casa

Raccolta firme Usb per la legge di omicidio sul lavoro, perché non si può più morire per portare un pezzo di pane a casa

SICILIA – Sono 4mila le persone decedute negli ultimi cinque anni nei luoghi di lavoro del territorio italiano.

La raccolta firme il reato di omicidio sul lavoro

Il sindacato Usb, in merito ai dati allarmanti sulla questione, ha indetto una campagna di raccolta firme – attualmente in corso – a favore di una legge di iniziativa popolare volta a introdurre il reato di omicidio e lesioni gravi e gravissime sul luogo di lavoro. L’obiettivo è quello di compiere un passo iniziale nell’istituzione di un nuovo tipo di reato, ovvero l’omicidio sul lavoro, al fine di ottenere un effetto deterrente immediato nella pratica.

Secondo il sindacato, l’attenzione delle aziende, sarebbe focalizzata esclusivamente sui profitti, trascurando la formazione sulla sicurezza sul lavoro, ignorando gli ispettori del lavoro e sfruttando i dipendenti con salari minimi privi di dignità e diritti minimi.

Sulla questione è intervenuto ai nostri microfoni Orazio Vasta della Federazione USB di Catania.



Le parole di Orazio Vasta

 

 

Il Governo, a detta del sindacato, non sta facendo abbastanza per prevenire tali tragedie, e questa campagna di raccolta firme è lanciata nell’ottica di porre fine a questa situazione. L’obiettivo è mettere in atto un cambiamento concreto affinché non si verifichino più simili incidenti sul lavoro. Attualmente i consensi raccolti sono oltre 30mila si attende di raggiungere 50mila firme.

L’intervento di Mimmo Cosentino rispetto alla raccolta firme

Anche il partito Unione Popolare sostiene tale iniziativa, proprio per dare un freno alla strage di lavoratori e lavoratrici in corso nel nostro Paese. Di seguito l’intervista a Mimmo Cosentino componente del partito.

 

 

Perché non si può e deve morire per portare un pezzo di pane a casa

È necessario che il nostro Paese si muova verso un cambio di rotta. Garantire la tutela e i diritti dei lavoratori è fondamentale per uno Stato libero in cui i cittadini possono pianificare le loro vite sulla base di stipendi dignitosi. Il primo passo è riconoscere le responsabilità dei soggetti che si approfittano delle condizioni di chi non può scegliere di lavorare in ambienti sicuri. All’apice c’è comunque la linea sottile che separa il bisogno di lavorare allo sfruttamento e perché nel 2023 non si può morire per portare un pezzo di pane a casa.

Qui tutti i dati sui morti e gli infortuni sul lavoro nel primo quadrimestre del 2023