Fusione tra clan Borgata e Santa Panagia a Siracusa, silenzio da parte dei 19 arrestati

Fusione tra clan Borgata e Santa Panagia a Siracusa, silenzio da parte dei 19 arrestati

SIRACUSA – Hanno deciso di non rispondere alle domande del gip del Tribunale di Catania, in occasione degli interrogatori di garanzia, gli indagati finiti nell’operazione antimafia denominata “Borgata, portata a termine dai carabinieri.

Mafia a Siracusa, silenzio in aula da parte dei soggetti coinvolti

Secondo i magistrati della Dda di Catania, il gruppo avrebbe gestito non solo la piazza dello spaccio nel loro territorio ma ne avrebbero acquisite delle altre, appartenenti al clan Santa Panagia che si sarebbe appoggiato a loro.

Tutti i nomi dei 19 arrestati

La misura cautelare in carcere è stata emessa dal gip di Catania nei confronti di:

Gianclaudio Assenza, 28 anni;

Claudio Barone, 40 anni;

Salvatore Barresi, 46 anni;

Luca Costanzo, 39 anni;

Danilo Greco, 37 anni;

Franco Greco, 58 anni;

Robert Iacono, 23 anni;

Massimo Mancino, 52 anni;

Giuseppe Messina, 24 anni;

Michael Motta, 32 anni;

Johnny Pezzinga, 23 anni;



Davide Pincio, 50 anni;

Andrea Raitano, 23 anni;

Vittorio Sessa, 34 anni;

Morena Zagarella, 27 anni.

Domiciliari per 4 soggetti

Lo stesso giudice per le indagini preliminari ha disposto i domiciliari per:

Paolo Concetto Ficara, 47 anni;

Simone Glietti, 30 anni;

Salvatore Polini, 33 anni;

Ivana Rizza, 43 anni.

Le indagini

Secondo quanto emerso nell’inchiesta, il gruppo, oltre a controllare le piazze di spaccio del loro quartiere avrebbe allargato la gestione in altre zone, imponendosi, inoltre, come unico referente per il rifornimento di cocaina dalla Calabria attraverso azioni di fuoco e attentati dinamitardi e incendiari.

Nell’inchiesta ci sono altre figure chiave che testimonierebbero la fusione tra i gruppi Borgata e Santa Panagia. Tra questi Davide Pincio, considerato come storico esponente di Santa Panagia che avrebbe avuto un ruolo chiaro, quello di approvvigionamento e deposito della droga. Di recente, ha rimediato una condanna pari a sei anni di carcere per detenzione di stupefacenti.

Pure Salvatore Barresi è indicato come affiliato a Santa Panagia che, nella tesi della Dda e dei carabinieri, avrebbe avuto il compito di provvedere ai rifornimenti con i canali calabresi.

Foto di repertorio