Chemioterapici e cuore

Chemioterapici e cuore

Corrado-Tamburino

I chemioterapici sono farmaci che costituiscono un pilastro fondamentale della terapia antitumorale. Essi hanno effetti sulle cellule tumorali, diversi in base alla classe di farmaco, ma hanno effetti anche sui tessuti sani, potendo dunque essere causa di effetti collaterali. Durante il trattamento con farmaci anti neoplastici, il paziente viene solitamente sottoposto a diversi accertamenti, quali emocromo (per valutare i globuli rossi, globuli bianchi, etc.) ed esami specifici in base alla patologia. Non va sottovalutato però il cuore, spesso vittima “innocente” di questa terapia, o in acuto o, talvolta, a distanza di tempo dal termine della chemioterapia.

È consigliabile dunque sottoporsi ad un ecocardiogramma prima di cominciare il trattamento e di ripeterlo saltuariamente (es. ogni 6-12 mesi o meno se necessario) fino alla fine del ciclo di chemioterapia; è prudente e ragionevole ripeterlo anche nei primi 2 anni circa dall’interruzione della terapia. Gli effetti collaterali a livello cardiaco sono frequentemente rappresentati dalla cardiomiopatia dilatativa (dilatazione delle camere cardiache) e dalla ipocinesia globale del muscolo cardiaco (riduzione della funzione di pompa del cuore), tali effetti possono essere limitati al periodo in cui il paziente assume il farmaco e quindi non essere più evidenti dopo il trattamento, oppure possono persistere, in forma più o meno rappresentata, a distanza di tempo.

Nel caso in cui il paziente dovesse manifestare una cardiomiopatia dilatativa, è opportuno iniziare una terapia farmacologia di supporto per il cuore.

Concludendo, sebbene i chemioterapici rappresentano un’importante arma di combattimento di uno dei nostri peggiori nemici, il tumore, possono essere un’arma a doppio taglio, causando effetti anche su altri organi sani, quali per esempio il cuore.

Con la collaborazione della dott.ssa Claudia Tamburino