Boomer vs Gen Z, lo scontro generazionale come opportunità: la parola all’esperta

Boomer vs Gen Z, lo scontro generazionale come opportunità: la parola all’esperta

ITALIA – Se le differenze tra una generazione e un’altra non sono mai state particolarmente sottili, quelle tra gli adulti e i giovani di oggi sembrano aver superato ogni limite.

Tra la crescente digitalizzazione e i nuovi modi di vivere la quotidianità, pare che la comunicazione tra “boomer” e figli della “generazione Z” sia destinata a scarseggiare sempre di più.

Poi è chiaro che non è sempre così, come dimostrano alcuni splendidi rapporti tra nonni e nipoti o semplicemente tra genitori e figli. Tuttavia, non si può ignorare che nella gran parte dei casi le incomprensioni tra i membri di generazioni diverse sono all’ordine del giorno.

Da un lato si schierano i genitori che a volte sembrano non capire le esigenze dei figli, accusati di non staccare mai gli occhi dallo schermo oppure di non essere abbastanza responsabili; dall’altro i giovani che chiedono maggiore libertà e autonomia, rivendicando il loro diritto di vivere a pieno quelli che dovrebbero essere “gli anni più belli della loro vita”.

La parola alla psicologa Valentina La Rosa

Proprio per comprendere meglio le cause dell’accentuato scontro generazionale manifestatosi da diversi decenni, è intervenuta ai microfoni di NewSicilia la dott.ssa Valentina La Rosa.

Rispondendo a diverse domande, l’esperta ha fornito un quadro generale del rapporto tra vecchie e nuove generazioni, focalizzandosi anche sugli aspetti da non trascurare per facilitare la comunicazione tra “boomer” e “generazione Z”.

  • Lo scontro generazionale tra i più e i meno giovani, pur esistendo da sempre, sembra essersi accentuato negli ultimi decenni. Da cosa può derivare la costruzione di questo “muro” che segna un netto confine tra una generazione e l’altra?

L’accentuazione del divario generazionale a cui stiamo assistendo negli ultimi anni può essere attribuita a una molteplicità di fattori di natura sociale e culturale. Sicuramente, una delle cause più rilevanti è il grande progresso tecnologico e la crescente digitalizzazione della nostra società“.



Le generazioni cresciute in epoche diverse, sotto questo punto di vista, hanno vissuto esperienze molto diverse anche in relazione al progresso tecnologico. Ad esempio, mentre i cosiddetti ‘boomer‘ hanno vissuto l’arrivo della televisione e l’inizio della globalizzazione, la ‘generazione Z‘ è nata in un mondo già digitalizzato e iperconnesso“.

Poiché – prosegue l’esperta – l’ambiente in cui ciascuno di noi nasce e cresce inevitabilmente influisce anche sullo sviluppo psicologico, emotivo e relazionale, le differenze che contraddistinguono il contesto socio-culturale di vita delle diverse generazioni, possono creare a loro volta divergenze nel modo di vedere il mondo, negli atteggiamenti, nei valori e nelle aspettative, creando così il ‘muro’ di cui parliamo“.

  • Lo scontro tra le diverse generazioni è destinato a rimanere irrisolto oppure è possibile trovare un punto di incontro? Cosa si potrebbe fare di concreto per facilitare la comunicazione tra i cosiddetti “boomer” e i membri della “generazione Z”?

Sicuramente è possibile trovare un punto di incontro tra le generazioni nella società contemporanea, anche se nella differenza di esperienze, valori e aspettative. A tale scopo, l’educazione, la comprensione e l’empatia sono cruciali in questo processo. Nello specifico, per facilitare la comunicazione e la costruzione di un ‘ponte’ tra gli adulti e la generazione Z sarebbe interessante promuovere programmi di scambio e collaborazione tra generazioni diverse.

In questo senso, la tecnologia, da ostacolo alla comunicazione tra generazioni diverse, può trasformarsi in uno strumento prezioso di connessione e comunicazione, ad esempio attraverso progetti collaborativi o piattaforme di condivisione di esperienze. Infine, creare spazi per discussioni aperte in cui generazioni diverse possano confrontarsi, esprimere le loro preoccupazioni e ascoltare le esperienze dell’altra parte è certamente un modo per favorire sempre di più l’incontro tra mondi che all’apparenza sembrano totalmente distanti“.

  • Quali sono gli “insegnamenti” che ciascuna delle due parti può imparare dall’altra? Si può trasformare un tradizionale scontro generazionale in un’occasione di apprendimento?

Giovani e adulti hanno sicuramente molto da offrirsi reciprocamente e da imparare gli uni dagli altri. Se gli adulti, da un lato, possono trasmettere ai più giovani valori come la pazienza, la resilienza, l’importanza del lavoro e delle relazioni umane, la generazione Z può sicuramente aiutare i cosiddetti ‘boomer’ ad aprirsi a prospettive più inclusive, a sfruttare le enormi potenzialità della tecnologia digitale e a sviluppare una maggiore sensibilità per le problematiche sociali e ambientali. Uno scontro generazionale può dunque diventare un’opportunità di apprendimento e di crescita, ma solo se c’è una reale volontà da entrambe le parti di ascoltare, comprendere e collaborare“.

  • Hanno ragione i “boomer” a criticare le nuove generazioni, sottolineando costantemente la loro mancanza di responsabilità e il loro eccessivo attaccamento alla tecnologia? C’è un fondo di verità oppure quello attuale è un ingiustificato “accanimento” nei confronti dei più giovani?

È importante innanzitutto evitare generalizzazioni e non considerare i comportamenti negativi di alcuni come rappresentativi di un’intera generazione. Sicuramente molti giovani oggi tendono a non assumersi responsabilità e vivono le loro vite nei social ma, di contro, tanti altri giovani si impegnano nello studio e nel lavoro mostrando grande senso di responsabilità. Quindi, mentre alcune critiche da parte degli adulti possono avere un fondo di verità, altre spesso nascono da incomprensioni o da un’idealizzazione del passato. La tecnologia, ad esempio, non è di per sé negativa ma dipende da come viene utilizzata.

Inoltre, ogni generazione ha affrontato sfide uniche e ha avuto delle caratteristiche particolari che la contraddistinguono, quindi occorre sempre tener conto del contesto socio-culturale in cui giovani e adulti si trovano a vivere e a interagire. Quello che è essenziale – conclude – è evitare di cadere nella trappola degli stereotipi e promuovere invece una sana comunicazione e collaborazione tra le generazioni“.

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