“Palestra Lupo”, gli attori cambiano ma la storia resta uguale

“Palestra Lupo”, gli attori cambiano ma la storia resta uguale

CATANIA – Con il nuovo sindaco di Catania, il “calvario“, ricomincia. L’ex “Palestra Lupo“, situata in piazza Pietro Lupo 23, è sempre stata al centro dei dibattiti politici. Già con l’amministrazione Bianco che con il gruppo Pogliese, l’intento è sempre stato quello di demolire la struttura. L’obiettivo ultimo a detta dei vari sindaci, sarebbe quello di restituire lo spazio ai cittadini, attualmente occupato dal “L.U.P.O“, Laboratorio Urbano Popolare Occupato.

Il polverone sulla questione si è alzato nuovamente per i finanziamenti del PNRR, destinati alle aree marginalizzate, per la rigenerazione urbana e sociale. Tra i progetti fino ad adesso presentati nell’Aula Consiliare del Comune di Catania, è prevista la demolizione della palestra sopracitata per la costruzione di un parcheggio di appena 80 posti e la sistemazione delle aree verdi.

Questione “Palestra Lupo”, l’intervento del sindaco Trantino

Quanto deciso dalla nuova amministrazione risulta non essere condiviso dai vari cittadini che hanno presenziato durante gli incontri per la presentazione e discussione dei progetti, in cui hanno manifestato il loro disappunto rispetto l’efficacia sociale di tali interventi.

 

“Palestra Lupo”, la risposta degli occupanti

La questione della “Palestra Lupo“, si colloca in un quadro più ampio di intervento sociale, che ci costringe ad interrogarci sulla correttezza dei progetti previsti dal Comune nel capoluogo etneo. I componenti del Laboratorio Urbano Popolare Occupato sono cittadini di serie B? A cui non viene riconosciuto il merito del “lavoro” svolto in otto anni, durante il quale si sono presi cura di uno spazio della città abbandonato dal Comune?



Tale spazio risulta essere utilizzato in maniera attiva e creativa. In questi giorni, all’interno della struttura sono stati organizzati momenti di discussione per la valutazione dei possibili percorsi di “lotta” da intraprendere contro lo sgombero.

Una nota negativa, forse, in tutto questo c’è. I componenti dell’organizzazione hanno deciso di comunicare soltanto attraverso i loro post sulle pagine ufficiali. Non sarebbe forse il caso di far conoscere la realtà “chiusa” tra quelle quattro mura?

In foto l’opera dell’artista antonio_anc2