Maltrattamenti sulle donne e femminicidi: cosa prevede il nuovo disegno di legge

Maltrattamenti sulle donne e femminicidi: cosa prevede il nuovo disegno di legge

ITALIA – È un bisogno ormai imprescindibile quello di attenzionare la delicatissima materia della tutela delle donne. La necessità di difesa cui si ispira la legge porta con sé la capacità di neutralizzare tutte gli sfregi perpetrati in danno delle stesse. La brutalità con cui una impulsività incontrollata sembra avere la meglio consumandosi in reati che vedono vittime inermi, perseguitate, minacciate, terrorizzate fino al punto da accasciarsi al suolo donando l’ultimo battito della loro esistenza alla paura al contempo riesce, nelle coscienze sociali, a risvegliare una rabbia pulita, onesta che desidera porre fine a cotanta crudeltà.

Approvato il Ddl sul femminicidio

Così il Consiglio dei ministri approva il Ddl sul femminicidio il quale composto da 15 articoli punta ad un inasprimento da una parte delle misure esecutive e ad un rafforzamento dall’altra delle misure cautelari. In maniera particolare il suo art.1 prevede “un rafforzamento delle misure in tema di ammonimento e di informazione alle vittime“.

È il caso di ricordare che le pene per i reati di percosse, lesioni personali, violenza privata, minacce gravi, atti persecutori, revenge porn, violazione di domicilio e danneggiamento sono aumentate “se il fatto è commesso, nell’ambito di violenza domestica, da soggetto già ammonito e questo anche se la persona offesa è diversa da quella per la cui tutela è stato già adottato l’ammonimento”.

Ancora l’art. 6 stabilisce che in caso di omicidio o tentato omicidio e di altri reati commessi in danno del coniuge, anche separato o divorziato, della parte dell’unione civile o del convivente o di persona che è legata da relazione affettiva ovvero di prossimi congiunti “il pubblico ministero valuta senza ritardo e comunque entro 30 giorni dall’iscrizione del nominativo della persona nel registro delle notizie di reato la sussistenza dei presupposti di applicazione delle misure cautelari” prevedendo in tal modo tempi più stringenti da parte dei giudici per la decisione sulle misure.

E l’art. 9 disciplina l’arresto in flagranza differita prevedendo che anche i video e le foto possono essere utilizzati per far scattare l’arresto in flagranza differita nei casi di maltrattamenti in famiglia, reato disciplinato dall’art.572 del codice penale o dello stalking ex art. 612 bis.



Potenziamento delle misure cautelari

È stato espressamente previsto un potenziamento delle misure cautelari. Lo smartwatch si pone in questa logica della prevenzione, repressione permettendo di localizzare in tempo reale la vittima. Grazie al meccanismo della geolocalizzazione infatti le forze dell’ordine possono subito individuare dove si trovi la vittima minacciata da violenza. Il primo è stato consegnato ad una donna di 36 anni madre di due figli minori. La donna aveva denunciato l’ex marito che aveva minacciato di sfregiarla con l’acido e di ucciderla.

Nella stessa prospettiva si pone la misura della distanza minima di avvicinamento di 500 metri dalla vittima e l’ampliamento delle fattispecie di reato per cui si possono applicare misure precauzionali tra le quali anche il revenge porn e lo sfregio del viso con l’acido.

Quanto dolore, quanti abusi, quanti maltrattamenti. Sensibilizzare e cambiare totalmente costumi sociali, approcci culturali all’interno dei quali avere il coraggio di recuperare quella sacralità dovuta ad ogni essere umano ma in maniera particolare ai più fragili, indifesi rispetto a forme di violenze e oppressione tanto fisiche quanto psicologiche del tutto prive di ragionevolezza, disarmanti nella loro pochezza. Nutrire collettivamente il desiderio di umanità dove nessuno possa percepirsi timoroso per la propria incolumità fisica, per la propria capacità di pensiero e d’azione.

Questo vortice di violenza che non sembra avere tregua come raccontano statistiche, report regolarmente aggiornati deve trovare in maniera speculare contrapposte altre logiche capaci di sovvertirlo, di stravolgerlo.

Operare se occorre attraverso un concorso di competenze che in maniera trasversale possano rendere reale quel cambiamento culturale da tanti evocato affinché possa pronunciarsi universalmente quel “mai più“.

avvocato elena cassella rubrica giustizia