MISILMERI – I carabinieri della Compagnia di Misilmeri, in collaborazione con i colleghi del Centro Anticrimine Natura – N.I.P.A.A.F di Palermo, hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Termini Imerese una donna di 43 anni, rappresentante legale di una ditta di costruzioni di Misilmeri, un uomo palermitano di 58 anni e tre persone di Misilmeri di 42, 49 e 50 anni.
I reati contestati
Gli indagati sono accusati di vari reati, tra cui inquinamento ambientale, gestione e stoccaggio illegale di rifiuti speciali, creazione di una discarica abusiva di rifiuti speciali, mescolanza di rifiuti, esecuzione di lavori senza l’autorizzazione necessaria su beni paesaggistici, danneggiamento di beni naturali, danneggiamento di acque pubbliche, lavori vietati sul letto del fiume Eleuterio, deviazione di acque e modificazione dello stato delle aree demaniali, inosservanza dei regolamenti edilizi e urbanistici.
Le indagini sugli sversamenti nel fiume Eleuterio
I militari, attraverso un’indagine approfondita sullo smaltimento di parte dei materiali provenienti da un cantiere lungo la S.S. 121 a Misilmeri, hanno identificato i cinque presunti responsabili, nonché la discarica, i siti di stoccaggio dei rifiuti e i mezzi utilizzati per il trasporto degli stessi. L’attività criminale, presumibilmente svolta con l’obiettivo di ottenere un guadagno illecito, ha portato alla creazione di una discarica abusiva nel letto del fiume Eleuterio di Misilmeri. Questa situazione ha comportato una pericolosa modifica delle rive del fiume, con conseguenti rischi idrogeologici per l’intera area circostante, a causa del restringimento dell’alveo e dell’ostacolo al regolare deflusso delle acque.
Durante le operazioni di sorveglianza, i carabinieri hanno registrato ventuno sversamenti illegali, documentando inoltre come gli indagati smaltissero massicciamente rifiuti provenienti da demolizioni edili nel fiume Eleuterio, mescolati ad altri tipi di rifiuti come plastica, pneumatici, imballaggi e metalli. Questi rifiuti sono stati poi livellati tramite l’uso di un bulldozer, per una quantità complessiva di circa 1000 metri cubi. L’inchiesta ha portato al sequestro preventivo di un’area di circa 1000 metri quadrati, autocarri e attrezzature meccaniche utilizzate per le attività illegali, nonché di un edificio adibito all’accumulo dei rifiuti, in attesa dello smaltimento illecito. Il valore dei beni sequestrati ammonta a circa un milione e mezzo di euro.