“Uno sguardo oltre il confine”, convegno al Gemmellaro di Catania

“Uno sguardo oltre il confine”, convegno al Gemmellaro di Catania

CATANIA – Promuovere il pluralismo, aprendosi al dialogo e al confronto, per accrescere la convivenza civile e l’inclusione sociale. È questa la sintesi del convegno “Uno sguardo oltre il confine” promosso dalla prof.ssa Giovanna Raeli e svoltosi nell’aula magna dell’istituto Carlo Gemmellaro di Catania venerdì 28 aprile. Un ringraziamento veramente sentito va alla dirigente Prof.ssa Concetta Valeria Aranzulla, che ha fortemente voluto questa manifestazione all’interno dell’Istituto.

Un’importante occasione di conoscenza e confronto, in particolar modo in questo periodo storico scandito da fenomeni migratori e da cambiamenti geopolitici che ci portano a modificare il concetto di popolazione e di cittadinanza.

Dopo i saluti del vicepreside dell’Istituto Prof. Dott. Ernesto Pino e la presentazione del convegno da parte della prof.ssa Santa Nicotra, si sono confrontati: la Prof.ssa Lucia Andreano, autrice del libro “A mani nude”  testo che ha suggerito la nostra riflessione e che è stato l’anima del convegno.

L’artista protagonista del libro il Signor Besnik Harizaj che ha ispirato la nostra autrice nel suo viaggio verso la libertà.

La Dott.ssa Giusi Squillaci vice responsabile circoscrizione Sicilia Amnesty International che con l’impegno sempre profuso ha analizzato come la narrativa divisiva delle immigrazioni abbia portato a una rappresentazione di perenne insicurezza alimentando la paura dei rifugiati e dei migranti nei media e nell’opinione pubblica.

Dott. Andrea Lodato già caporedattore de “la Sicilia” che ha moderato con maestria, favorendo l’incontro tra autrice, protagonista, comunità educante ed alunni.

Gli alunni intervenuti hanno potuto partecipato attivamente al convegno, leggendo brani significativi del libro e ponendo domande al protagonista e all’autrice. Si è dato spunto a una riflessione antropologica sul concetto di cultura che suggerisce di andare oltre la prospettiva multiculturale: non solo è necessario accettare le diversità ma anche confrontarsi con esse per trovare le modalità migliori per rispettarsi e per convivere in modo civile. Solo educando i giovani al rispetto del pluralismo, porremo solide basi per creare una società più tollerante, capace creare un vero sviluppo sociale.

Il dialogo rappresenta la migliore modalità per affrontare il pluralismo con le sue problematicità e trasformarle in vere risorse per lo sviluppo della civiltà, in quanto ogni cultura ha un carico di valori positivi che in quanto tali non vanno respinti o negati.

La prof. Raeli ringraziando di cuore tutti i convenuti per la loro presenza e collaborazione, ha ricordato che l’educazione interculturale ha il compito di agevolare l’incontro e il dialogo tra persone diverse nonché la conoscenza ed il rispetto dei principi che rendono possibile la convivenza e lo sviluppo dei processi inclusivi.

Si auspica dunque l’intervento di azioni interculturali e giuridiche in grado di costruire un modello olistico che sappia tenere conto delle diverse dimensioni.

Questa esigenza nasce innanzitutto, dalle molteplici domande circa la possibile declinazione di un paradigma inclusivo-interculturale che sappia in primis riconoscere la diversità. Un ringraziamento ai professori Rosalba Niceforo, Silvia Assenza, Fabio Amico, Clelia Scordia, Scuderi Mariella, Reina Gabriella, che hanno contribuito alla realizzazione del convegno.

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