PATERNÒ – Durante l’ultima campagna agrumicola, i carabinieri della compagnia di Paternò e i colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro (N.I.L.) di Catania hanno aumentato i controlli per contrastare il fenomeno del “caporalato” e verificare il rispetto della legislazione sociale. Sono stati svolti oltre 10 servizi coordinati in diversi comuni e sono state verificate 25 aziende, identificando più di 120 lavoratori.
Le indagini
Grazie alle attività info-investigative, i militari del N.I.L. hanno arrestato un imprenditore agricolo a Belpasso, riconosciuto come “caporale”, per aver impiegato quattro lavoratori stranieri in condizioni di sfruttamento.
Gli operai ricevevano una retribuzione irrisoria di soli 35 euro al giorno, di cui 5 andavano al caporale, per turni di lavoro estenuanti.
Una denuncia a Biancavilla
Inoltre, è stata denunciata in stato di libertà un’imprenditrice di Biancavilla che aveva omesso di inviare a visita medica preventiva due lavoratori dipendenti. Infine, è stata elevata una sanzione di oltre 5mila euro ad un altro imprenditore per non aver adempiuto agli obblighi di formazione del lavoro.
I risultati dimostrano l’attenzione costante dell’Arma dei carabinieri nella tutela del lavoro e nel contrasto ai fenomeni di maggiore allarme sociale come il “caporalato” e lo sfruttamento lavorativo di cittadini extracomunitari. L’attività investigativa, supportata anche da organizzazioni umanitarie che hanno stipulato specifici protocolli d’intesa, ha contribuito a circoscrivere le condotte delittuose nel settore nel corso degli anni.
La cooperazione tra il mondo del terzo settore e gli investigatori dell’Arma dei carabinieri ha permesso di individuare lavoratori stranieri in situazioni di sfruttamento che denunciano ai carabinieri e all’Autorità giudiziaria i soprusi subiti.
L’utilizzo di droni e altre tecnologie innovative ha inoltre permesso di individuare con precisione cartografica anche i più remoti appezzamenti di terreni, sui quali svolgere le mirate attività ispettive.